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Sindrome di Down, le "Scuse Ridicole" che discriminano

Sindrome di Down, le "Scuse Ridicole" che discriminano

Nuova campagna mondiale di CoorDown

ROMA, 13 marzo 2023, 18:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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In un mondo sempre più attento all'inclusione c'è ancora chi tira fuori scuse ridicole per non essere inclusivo. In occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, 21 marzo 2023, CoorDown - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down lancia in anteprima su TikTok la campagna di sensibilizzazione internazionale "Ridiculous excuses not to be inclusive", per affermare il diritto alla piena partecipazione alla vita sociale e all'inclusione delle persone con disabilità intellettiva, libere da ogni forma di discriminazione e abilismo. In un video bambini, ragazzi e giovani donne e uomini con sindrome di Down danno vita a episodi realmente accaduti di discriminazione e abilismo e la community di TikTok racconta le "scuse ridicole" con video storie dalla quotidianità.
    Negli ultimi mesi CoorDown ha chiesto alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie quali fossero le scuse che si sono sentiti dire per essere esclusi da istruzione, sport, lavoro e altre opportunità. Alcune di queste scuse erano così incredibilmente ridicole che meritavano di essere adeguatamente celebrate. Da qui nasce il film che con un tono di voce comico, anche se amaro, racconta appunto le scuse più utilizzate per negare l'accesso e il legittimo spazio alle persone con disabilità in cinque scene. Episodi di abilismo quotidiani, dall'esclusione dalla gita di classe, al mondo del lavoro, alla scuola, nello sport, nei campi estivi e nella vita sociale. "Non è colpa tua, siamo noi a non essere preparati per portarti in gita!", "Abbiamo già una bambina come te nel gruppo", "Non abbiamo abbastanza sedie per invitarti alla riunione", "Abbiamo chiuso le iscrizioni proprio dieci minuti fa!", sono alcune delle scuse ridicole con cui viene spesso negata la piena partecipazione alla vita. Ma non ci sono scuse accettabili per non essere inclusivi.
    "Con questa campagna globale - spiega Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown - tocchiamo un tema che riguarda ognuno di noi: dare un nome e rendere visibile un fenomeno che le persone con sindrome di Down e i loro genitori, fratelli, sorelle e caregiver sperimentano quotidianamente. Sembrano forse piccoli eventi, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di incosapevolezza che segnano però le vite e i cuori di chi le subisce. È arrivato il momento di abbattere anche questo muro e smascherare le false 'buone intenzioni' di chi per pigrizia o mancanza di comprensione ancora esclude le persone con disabilità intellettiva".
   

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