Un appello per introdurre a
Bologna il limite di 30 km/h, sull'esperienza di moltissime
città Europee è stato lanciato da oltre venti associazioni e
realtà cittadine che si occupano di mobilità e ambiente.
L'obiettivo è raccogliere 10mila firme e consegnarle al nuovo
sindaco, anche per sottolineare un aspetto: il limite di 30 non
solo favorisce la sicurezza, ma permette di ridurre i tempi di
percorrenza.
"Cominciamo oggi la campagna per '30logna' - dice Simona
Larghetti presidente di Salvaciclisti, capofila della campagna,
a nome dei promotori - dove la nuova normalità sono i 30 km/h, e
non i 50 km/h - che restano solo per i viali e gli assi di
scorrimento principali. Chi pensa che sia una misura punitiva
per gli automobilisti non sa quello che dice: nei Paesi dov'è in
vigore, la città30 ha un altissimo gradimento anche fra chi va
in auto. Il motivo è semplice: ci sono meno code e meno multe,
il traffico è più fluido, lo stress cala e i tempi di
percorrenza sono rispettati. Tutto questo grazie a piccoli
adeguamenti stradali, a un maggior uso dei mezzi pubblici e
delle bici. Il nostro primo obiettivo con questa campagna è
aprire la mente dei bolognesi all'ascolto delle esperienze
positive che vengono dall'Europa. Le città a 30 km/h sono già
una realtà in Francia, Spagna, Belgio, Austria, Svizzera,
Olanda, Finlandia. E ovunque stanno portando subito ottimi
risultati: prima di tutto, un drastico calo nel numero delle
vittime e dei feriti".
I promotori di '30logna' ricordano che, solo a Bologna, ogni
anno ci sono 20 morti e 2600 feriti in strada. "La nostra
campagna - dice Larghetti - si basa su dati e statistiche. Da un
lato ci sono la scienza e i numeri, che dovremmo seguire, mentre
dall'altro solamente preconcetti e pregiudizi, senza alcun
supporto fattivo".
Per aderire e approfondire è stato aperto un sito web, che si
chiama www.bologna30.it
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