(ANSA) - ROMA, 11 NOV - L'Italia finisce nei guai per lo
smog. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato
che tra il 2008 e il 2017, il nostro paese ha violato in maniera
sistematica e continuata i valori limite Ue sulle concentrazioni
di PM10 nell'aria. La sentenza non prevede multe o penalità, che
arriverebbero solo in caso di seconda condanna, in seguito a
inadempienza prolungata. Il guaio è che potremmo trovarci
davanti la classica punta dell'iceberg.
Sulla qualità dell'aria, l'Italia è inadempiente dal 2008,
cioè da quando esiste la direttiva sul tema. I fronti di
contenzioso con Bruxelles sono parecchi e, a differenza degli
altri paesi Ue in infrazione, sono tutti aperti in
contemporanea.
"Stiamo agendo a tutti i livelli, sempre insieme alle
Regioni, che sono gli attori protagonisti del cambiamento. E non
solo perché lo impone l'Europa, ma perché la tutela
dell'ambiente e della salute dei cittadini è la nostra
priorità", commenta il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa,
sottolineando che la sentenza "non ci coglie di sorpresa visti i
dati su cui è basata e che sono incontrovertibili alla prova dei
fatti. Dati che, benché si fermino al 2017, indicano un problema
che purtroppo non è ancora risolto". Pronuncia della Corte che
rappresenta, secondo il ministro, "uno stimolo per tutto il
Governo a far di più e meglio considerando che la stessa Corte
nella sentenza riconosce la bontà delle azioni intraprese dal
2018".
Secondo l'Agenzia europea dell'Ambiente nel 2017 l'Italia
era uno dei tre paesi Ue che superava i limiti di legge per
tutti i principali inquinanti, Pm10, Pm2,5 e NO2. Gli altri due
erano Romania e Bulgaria. La Corte sta già esaminando un secondo
ricorso della Commissione arrivato nel marzo 2019 per la
violazione delle soglie per il biossido di azoto (NO2). Lo
scorso ottobre, Bruxelles ha inviato una lettera di messa in
mora a Roma perché dal 2015 il valore limite annuale per il
Pm2,5 non è stato rispettato in diverse città del bacino padano.
La linea di difesa italiana, inoltre, scricchiola. Le violazioni
interessano solo alcune parti del paese, in particolare la
Pianura Padana, ma la Corte ha precisato che il superamento dei
valori limite, anche nell'ambito di una sola zona, è di per sé
sufficiente perché si possa dichiarare un inadempimento. Se vale
per il PM10 potrebbe valere anche per gli altri inquinanti. Si
tratta di "una brutta eredità del passato, da quando il
Movimento 5 Stelle è arrivato al governo si è invertita rotta",
dice la capodelegazione del Movimento al Parlamento europeo
Tiziana Beghin. L'eurodeputata elenca misure che serviranno a
"voltare pagina", come gli ecoincentivi per la mobilità verde,
gli investimenti per rinnovare il trasporto pubblico e gli
stanziamenti per il bacino padano con il 'Protocollo aria
pulita'. "La sentenza della Corte è il risultato inevitabile di
anni di gestione fallimentare sia a livello regionale sia a
livello nazionale", è l'analisi di Ugo Taddei,
dell'organizzazione di avvocati ambientalisti ClientEarth.
"Servono nuovi piani regionali", aggiunge - che riportino nel
più breve tempo possibile i livelli di smog al di sotto dei
limiti di legge". E, conclude "la qualità dell'aria deve essere
una priorità del piano di ripresa". (ANSA).
