La necessità che gli operatori
del settore agroalimentare dei Paesi del Mediterraneo
"introducano forme di innovazione tecnologica, organizzativa e
sociale nelle loro attività, dalla produzione alla
distribuzione", è stata sottolineata da Angelo Riccaboni,
professore ordinario del Dipartimento di Studi Aziendali e
Giuridici dell'Università di Siena e presidente della fondazione
"Prima" ("Partnership for Research and Innovation in the
Mediterranean Area").
Rispondendo a domande di ANSAmed, Riccaboni ha ricordato di
aver evidenziato questa necessità in un webinar organizzato
questo mese da Ismaa, l'Istituto Mediterraneo per l'Asia e
l'Africa, nell'ambito di un ciclo di videoconferenze dedicati al
tema "Italia e Mediterraneo nella crisi globale: come rilanciare
partnership e cooperazione ai tempi di Covid19".
"Solo con l'innovazione potremo avere sistemi agroalimentari
capaci di rispondere alle esigenze nutrizionali di tutti i
cittadini, rispettare l'ambiente e gli animali, salvaguardare la
salute delle persone", ha aggiunto Riccaboni sintetizzando
l'intervento fatto al webinar cui ha partecipato fra gli altri
la viceministro degli Affari Esteri Marina Sereni.
"Proprio sul tema dell'innovazione per sistemi agroalimentari
più sostenibili e salubri verte il Programma Euro-Mediterraneo
di ricerca e innovazione 'Prima', cui partecipano i governi di
19 Paesi dell'Area e la Commissione Europea, finanziandone in
maniera paritetica il budget di 500 milioni su sette anni", ha
ricordato il docente.
"In due anni il programma ha già finanziato 83 progetti con
oltre 110 milioni di investimento e 700 unità di ricerca e
innovazione di tutti i Paesi Med", ha aggiunto.
"La crisi in atto pone il Mediterraneo ancora di più al
centro dell'attenzione come area a rischio, dove gli effetti
ormai devastanti del cambiamento climatico si uniscono alle
conseguenze della pandemia, già gravi e dall'esito ancora non
prevedibile", ha premesso il docente.
"In tale contesto, i sistemi agroalimentari dovranno fornire
il contributo più importante e agire come principale volano del
cambiamento lungo tutta la filiera di riferimento: dalla
produzione al consumo", ha aggiunto.
"Da questa crisi è stata tratta la lezione che il tema della
sicurezza alimentare riguarda tutti e che esso va affrontato con
filiere aperte, evitando atteggiamenti protezionistici, più
'corte', anche in collaborazione con i Paesi del Mediterraneo,
capaci di sfruttare le opportunità digitali", ha affermato
Riccaboni sempre riassumendo il proprio intervento al webinar
dal titolo "Mediterraneo: Sviluppo Sostenibile e Covid19",
organizzato da Ismaa, di cui è presidente Maurizio
Barnaba.(ANSAmed).
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