ReCommon, Isde Italia, Greenpeace
Italia, The Good Lobby e Fondazione Finanza Etica denunciano in
una nota congiunta "il tentativo in atto in Parlamento di
cancellare definitivamente la pratica dell'azionariato critico
in Italia. Si tratta di uno strumento che le organizzazioni
ritengono fondamentale per far sentire la propria voce su temi
socio-ambientali legati alle attività delle grandi entità
finanziarie e delle grandi aziende italiane, spesso partecipate
in maniera significativa dallo Stato".
"Se approvato - scrivono le ong -, il disegno di legge n. 674
'Interventi a sostegno della competitività dei capitali',
attualmente in discussione al Senato, permetterebbe di apportare
modifiche statutarie che potranno introdurre delle limitazioni
molto significative all'accesso in assemblea, di fatto impedendo
agli azionisti critici di portare le istanze delle società
civile nei consessi annuali delle più grandi tra multinazionali
e banche italiane. Una disposizione che ha fatto storcere il
naso anche a soggetti al di fuori della società civile, compresa
la Consob, che in audizione al Senato aveva espresso il suo
parere negativo in merito".
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