(ANSA) - ROMA, 05 AGO - "L'Italia nonostante le dichiarazioni
a tutti i livelli, dal Presidente Draghi al Ministro Cingolani,
mirate ad un supposto sviluppo delle energie rinnovabili, non
sta compiendo neppure il minimo sindacale previsto dalle
normative già approvate". Lo scrive in una nota l'Anev,
l'associazione delle imprese italiane dell'eolico.
"Il nostro Paese ancora aspetta i Decreti attuativi per
realizzare i meccanismi delle aste che ci porteranno al 2030 -
prosegue l'Anev - e l'individuazione delle aree idonee, che per
l'eolico non possono essere fatte sulla base della ventosità dei
siti. Tutto questo sta comportando un ritardo assoluto nello
sviluppo di nuove iniziative e di conseguenza non viene
consentito agli operatori di realizzare impianti che invece
garantirebbero grandi quantità di energia elettrica a basso
costo e a zero emissioni".
"Oltre al danno di non avere politiche efficienti di sviluppo
delle nuove energie e di nuovi impianti rinnovabili, abbiamo
pure subito la beffa di aver avuto due provvedimenti fortemente
punitivi per i produttori di energie rinnovabili, ovvero il cap
introdotto per i soli impianti rinnovabili in borsa, che
prenderanno un prezzo massimo di 58 euro, e l'introduzione di un
meccanismo di extraprofitti che non tiene neanche conto del
fatto che il 2021 sia stato l'anno peggiore della storia per
quanto riguarda i prezzi dell'energia elettrica".
L'annuncio del Ministro Cingolani che i provvedimenti
verranno allungati al 2023, per l'Anev denota "la assoluta
mancanza di interesse per un settore strategico come quello
delle rinnovabili" e rappresenta "l'allungamento di una misura
punitiva" che "comporterà un ulteriore rallentamento delle
iniziative e una fuga degli investitori del settore
rinnovabile". Anev chiede quindi "al Governo di ritirare questa
misura illiberale". (ANSA).
