Sviluppare nuovi modelli per valutare
i rischi finanziari legati al cambiamento climatico per definire
il ruolo delle banche centrali nella loro gestione. E'
l'obiettivo del progetto dell'International Network for
Sustainable Financial Policy Insights, Research and Exchange
(Inspire), che coinvolge Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa,
Rff-Cmcc European Institute on Economics (Milano), Centro
Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Bocconi e
Politecnico di Milano. Lo rende noto la Sant'Anna.
Nel gennaio scorso anche la presidente della Bce, Christine
Lagarde, aveva sollecitato le banche centrali a contribuire alla
lotta al cambiamento climatico, a saperne comprendere i rischi e
a sfruttarne le opportunità che ne derivano. Al progetto
Inspire, spiega la Sant'Anna in una nota, "si chiede di
contribuire al dibattito studiando come banche centrali e
governi possano co-gestire le conseguenze del cambiamento
climatico e della 'transizione verde' per la finanza e le
dinamiche macroeconomiche".
Secondo Francesco Lamperti, capo del progetto e ricercatore
di Sant'Anna e Cmcc di Milano, "esistono due principali classi
di rischi per il sistema finanziario derivanti dal cambiamento
climatico: una legata agli impatti fisici (perdite di valore
degli immobili a causa di inondazioni o uragani), l'altra
riguarda le instabilità che la transizione stessa può creare,
soprattutto in settori altamente finanziarizzati come quelli
ancora dipendenti in maniera massiccia dal carbone".
"Il problema principale - osserva Lamperti - è che mancano
modelli in grado di offrire valutazioni integrate di entrambe le
classi di rischio e, soprattutto, che permettano di testare
quali meccanismi di politica fiscale e monetaria siano necessari
per gestirli. Il progetto vuole infatti di sviluppare un nuovo
modello macroeconomico, capace di analizzare sia i rischi fisici
che quelli di transizione, finora analizzati in maniera
disgiunta dalla letteratura, per il sistema finanziario
globale".
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