Uno studio di Goldman Sachs mette in
guardia dal rischio di una "trappola del breve termine" per la
finanza Esg che si potrebbe superare con meno numeri e più
filosofia. Gli investimenti legati a temi ambientali, sociali e
di governance hanno un orizzonte di lungo periodo, ma la
necessità di renderli misurabili rischia di portare "allo stesso
tipo di misurazioni che hanno portato la gestione attiva delle
azioni a strategie di breve periodo", si legge nell'analisi
"Sustainable Esg investing: turning promises into Performance".
"La chiave per valutare correttamente un fondo a lungo
termine non è trasformare quella valutazione in un'analisi dei
risultati a breve termine che allontanerebbe quel fondo dalle
valutazioni nel lungo periodo spingendolo a una ottimizzazione
nel breve periodo", continua il testo.
Lo studio, pur riconoscendo l'importanza delle misurazioni
anche nella finanza Esg, enfatizza l'importanza della filosofia.
"I metodi di valutazione devono tener conto della strategia a
lungo termine di queste strategie, piuttosto che cercare di
cambiarla o ignorarla", si legge nel testo. "Questo significa
che le recensioni hanno bisogno di una base filosofica più
solida", continua il testo e devono essere "più incentrate sulla
coerenza a quella filosofia e sulla prova delle competenze
necessarie".
"Sono le competenze che possono portare a più rigore",
secondo l'analisi, aspetti come se il gestore sa distinguere il
gestore tra la diversità e la sua apparenza, la sua esperienza
nell'anticipare le tendenze sui flash point e la sua capacità di
valutare la gestione. Le statistiche possono essere utili "ex
post", per valutare quanto spesso il gestore aveva valutato
correttamente l'azienda o l'importanza di un tema.
Gli autori dello studio Steve Strongin e Deborah Mirabal
ritengono che spesso sia "controproducente" aggiungere i temi
Esg ai mandati per gli strumenti finanziari diversi dalle
azioni. Mentre nei mandati per le azioni la capacità di
combinarli "dipenderà fondamentalmente dal orizzonte temporale
reale degli investimenti". Per questo, concludono, "avrebbe più
senso esaminare la compatibilità filosofica con i processi di
investimento attuali che con le statistiche sul fatturato".
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