"La
prossimità via per una nuova cultura della salute". E' il tema
attorno al quale questa mattina, al Santuario di San Gabriele
dell'Addolorata, si è svolto il Giubileo degli ammalati e degli
operatori sanitari. Ad aprire i lavori i saluti del sindaco di
Isola del Gran Sasso Andrea Ianni e di quello di Teramo,
Gianguido D'Alberto, in qualità di presidente del comitato
ristretto dei sindaci, ai quali è seguito l'intervento del
vescovo Lorenzo Leuzzi che ha invitato tutti i presenti a "fare
di più" per aiutare i malati. Tra gli interventi anche quello
direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia.
"L'azione dell'attuale direzione strategica della Asl - ha
dichiarato - è imperniata sul concetto di umanizzazione delle
cure: è prioritario fare in modo che il paziente non sia solo
l'oggetto delle terapie, ma un soggetto che va trattato con più
umanità e rispetto proprio perché è ammalato e quindi bisognoso
di protezione e accudimento. Ecco quindi che torna quella
"prossimità" che è stata posta dalla Chiesa teramana al centro
di questo Giubileo: stare vicino al malato, occuparsi di lui non
solo dal punto di vista biologico ma anche dal punto di vista
psicologico e relazionale". Di Giosia ha anche annunciato che la
Asl ha attivato ambulatori di prossimità a Bisenti e Mosciano e
che è in attesa di reperire il personale infermieristico per
quelli di Castel Castagna e Tossicia e successivamente di
Cellino Attanasio. All'intervento di Di Giosia ha fatto seguito
quello dell'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì,
per la quale "dopo anni di tagli, in cui la fragilità è stata
messa in second'ordine, la "prossimità" sarà la nuova lettura
della sanità". Tra le novità, come sottolineato da Verì", la
creazione di "una rete di 28 Case della salute che daranno
servizi ai cittadini". A ribadire l'importanza della medicina
territoriale anche la presidente dell'ospedale Bambino Gesù di
Roma, Mariella Enoc, che ha evidenziato la necessità di
valorizzazione il ruolo dei medici di famiglia "che sono delusi
perché hanno perso la vocazione alla prossimità". Importante,
secondo Mariella Enoc, anche la figura dell'infermiere di
famiglia. A chiudere il dibattito l'arcivescovo di Pescara-Penne
Tommaso Valentinetti. "Dobbiamo porci la domanda se nel sistema
sanitario non dobbiamo maggiormente valorizzare i centri di
eccellenza che devono essere anche centri di formazione - ha
osservato - una formazione a un diverso modo di concepire la
sanità non vista più come "produzione" ma vicina al malato". A
celebrare la santa messa l'arcivescovo dell'Aquila e presidente
Ceam Giuseppe Petrocchi.
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