Cinque anni e dieci mesi per una
"gestione scellerata" delle Naiadi, all'origine di un crac da 7
milioni di euro. È la pena richiesta dal pm Andrea Papalia per
il commercialista pescarese Vincenzo Serraiocco, considerato il
protagonista della bancarotta fraudolenta della società Progetto
Sport, che nel 2017 gestiva le piscine. Tre anni a testa,
invece, sono stati chiesti per l'ex amministratore, Livio Di
Bartolomeo, e per Paolo Colaneri, uno dei due soci: per l'altro,
Daniele D'Orazio, è stata chiesta l'assoluzione.
Serraiocco, responsabile nazionale dello Sport e commissario
per la provincia di Pescara di Noi Moderati, era uno dei due
'impresentabili' dalla Commissione parlamentare Antimafia alle
elezioni regionali dello scorso 10 marzo proprio per il processo
in corso; candidato in due circoscrizioni, aveva ottenuto
rispettivamente 93 preferenze a Chieti e 165 a Pescara.
Secondo l'accusa, Serraiocco avrebbe manovrato per
avvantaggiarsi degli introiti importanti della società sportiva,
che ogni anno incassava almeno un milione di euro. Società che
poi, lo stesso commercialista, avrebbe rilevato per portarla al
fallimento, nonostante i 750 mila euro di fondi stanziati dalla
Regione. Di queste operazioni, ha precisato Papalia, sarebbe
stato all'oscuro il commissario giudiziale.
Per le difese, Serraiocco voleva solamente risanare la
società, impegnata a farsi carico di tutte le spese relative ad
un impianto obsoleto. Il tutto nel disinteresse della stessa
Regione.
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