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Escursionista si perde e chiama 112, 'ringrazio il carabiniere'

Escursionista si perde e chiama 112, 'ringrazio il carabiniere'

Disavventura a lieto fine sul Sirente, 40enne invia lettera a Cc

AVEZZANO, 24 febbraio 2024, 13:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Mi sento di ringraziare il carabiniere che, solo alla fine della chiamata e su mia richiesta, mi ha detto di chiamarsi Fabio, in quanto forse si è trovato da solo a gestire una situazione per lui già conosciuta, ma a me ha aiutato tanto, in un momento di panico, essere tranquillizzata anche solo con qualche frase rassicurante". E' quanto scritto al Comando provinciale dei Carabinieri dell'Aquila da un'escursionista marsicana che qualche giorno fa, in un bosco sul monte Sirente, dopo aver incautamente abbandonato il sentiero tracciato, si è bloccata su uno sperone di roccia e ha chiesto aiuto al 112. La chiamata è stata gestita da un carabiniere della centrale operativa della compagnia di Avezzano il quale è riuscito a calmare la donna e a metterla in contatto con il trail runner che aveva condiviso con lei parte della salita. Di ritorno, infatti, la donna aveva lasciato il sentiero segnato e per un errore di valutazione ha sbagliato direzione. Trovandosi di colpo su un salto di roccia, senza copertura telefonica per mettersi in contatto con qualcuno, ha chiesto aiuto alle forze dell'ordine.
    Il runner, contattato dal carabiniere, è stato in grado di raggiungere e ricondurre la donna sul sentiero ufficiale, contribuendo al lieto fine della disavventura.
    "Oggi mi sento di dire grazie a Fabio e all'Arma dei Carabinieri, punto di riferimento della vita e del quotidiano dei cittadini tutti - ha proseguito la donna nella lettera - Qualche volta leggo e commento chi sbaglia, anche nell'Arma, e allora è giusto anche che quando, invece, c'è chi si distingue per particolare empatia e professionalità, questi meriti attenzione e spazio. Chiaramente ringrazio anche lo sportivo che mi ha aiutata a uscire da una situazione davvero diventata difficilissima, in quanto a volte non si tratta solo di blocchi fisici, ma anche psicologici, gravi allo stesso modo. La montagna va rispettata e questa volta devo dire di non averlo fatto nel modo più giusto. Sarebbe bastato qualche metro in più e mi sarei trovata a margine di un precipizio, ho avuto paura, ma per fortuna ho incontrato persone che sono riuscite ad aiutarmi efficacemente e senza procurarmi alcun imbarazzo".
   
   

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