"Non vogliamo più contare i morti.
Sono urgenti risposte forti e un cambiamento radicale. Basta
morti sul lavoro". E' quanto scrivono, in una nota congiunta,
Cgil, Uil, Feneal Uil, Fillea Cgil, Fiom Cgil, Uilm Uil Abruzzo
proclamando per domani, 21 febbraio, due ore di sciopero e
presidi in tutta la regione "per esigere maggiore sicurezza sul
lavoro dopo l'ennesima strage in un cantiere di Firenze". Il
presidio regionale si terrà alle 10.30 a Teramo con sit in
davanti alla Prefettura in Largo San Matteo.
"Quella dei morti sul lavoro rappresenta una strage senza
fine che ogni anno conta più di 1000 morti: una situazione
indegna di un Paese civile" dichiarano i segretari generali di
Cgil Abruzzo Molise Carmine Ranieri, di Uil Abruzzo Michele
Lombardo, di Feneal Uil Abruzzo Louis Panza, di Fillea Cgil
Abruzzo Molise Silvio Amicucci, di Fiom Cgil Abruzzo Molise
Alfredo Fegatelli e il coordinatore regionale di Uilm Abruzzo
Nicola Manzi.
"Quanto avvenuto a Firenze e negli altri incidenti sul lavoro
non è dovuto alla fatalità, ma è frutto di responsabilità
precise: la modifica del codice degli appalti che ha introdotto
il subappalto a cascata, la mancanza strutturale di controlli
ispettivi, la non applicazione dei Contratti Nazionali del
settore di riferimento, la mancanza di una legge che introduca
la patente a punti per le aziende. È necessario - sollecitano i
sindacati - che il Governo faccia un decreto che porti le tutele
degli articoli 41 e 119 del Codice degli appalti pubblici anche
nei cantieri privati sopra i 500mila euro, che si prevedano
tutte le tutele in fase di esecuzione dei lavori,
dall'applicazione del Ccnl di riferimento al divieto del massimo
ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza. È
necessario imprimere un radicale cambiamento alle politiche di
tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, cancellando il
ricorso ai subappalti a cascata, prevedendo maggiori controlli
nelle filiere, eliminando il ricorso ad appalti al massimo
ribasso e garantendo a tutti condizioni di lavoro dignitose. Il
lavoro e la sicurezza devono tornare al centro del dibattito
politico e il Governo ha il dovere di trovare soluzioni
concrete".
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