L'omicidio colposo è prescritto,
ma le imputate dovranno risarcire la parte civile e pagare le
ulteriori spese di giudizio. Lo hanno deciso i giudici della
Corte d'Appello dell'Aquila che hanno parzialmente riformato la
sentenza del Tribunale di Sulmona per la morte di Attilio
Centofanti, nel gennaio 2014 precipitato dalle scale della casa
di riposo di Roccacasale (L'Aquila) con la sua carrozzina. Per
quell'episodio sono finite sotto processo due operatrici della
struttura, prosciolte per intervenuta prescrizione del reato, ma
condannate a risarcire in separata sede i congiunti
dell'anziano. A entrambe era stato contestato l'omicidio
colposo, ovvero il fatto di non aver vigilato sull'ospite della
casa di riposo.
Nello specifico, il Pm aveva contestato la colpa che sarebbe
consistita nell'omesso controllo dei movimenti dell'uomo che,
muovendosi con la sedia a rotelle, cui era assicurato da una
cinghia, precipitò lungo una rampa di scale, morendo poi per
emorragia, riferibile al trauma riportato dalla caduta.
L'anziano quel giorno si diresse da solo nei corridoi della
struttura. Arrivato sul pianerottolo e aperta una porta dotata
di maniglione antipanico, non si accorse che la sua carrozzina
era diretta verso la rampa di scale. A nulla valsero i soccorsi.
L'anziano morì sul colpo a causa delle ferite riportate, come
rilevò l'autopsia disposta dalla procura della Repubblica di
Sulmona (L'Aquila).
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