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Carceri: appelli al ministro Nordio da Teramo e Sulmona

Carceri: appelli al ministro Nordio da Teramo e Sulmona

Lettera aperta sindaco d'Alberto, servono provvedimenti urgenti

TERAMO, 23 febbraio 2023, 15:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con due lettere inviate al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rappresentanti istituzionali e organizzazioni sindacali esprimono l'allarme per le condizioni nelle carceri di Teramo e Sulmona (L'Aquila). Nel caso del penitenziario teramano a scrivere è il primo cittadino Gianguido D'Alberto che già nel 2019 aveva scritto all'allora ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
    "Le profonde criticità che si registrano ormai da troppo tempo nel penitenziario - spiega il sindaco di Teramo - tornano a rendere urgente una profonda riflessione e l'adozione di interventi immediati".
    Una situazione, anzitutto legata al numero dei detenuti. "Come illustrato dalle segreterie regionali dei sindacati di polizia penitenziaria (Sappe, Osapp, Uil Pa/Pp, Uspp, Fns Cisl e Fp Cgil) - ricorda D'Alberto - attualmente il carcere di Castrogno a fronte di una capienza regolamentare di 255 detenuti ne ospita ben 422, di cui 200 con disturbi psichiatrici, suddivisi all'interno dei cinque circuiti penitenziari che convivono all'interno del carcere e totalmente incompatibili tra di loro: media sicurezza, alta sicurezza, sezione femminile, sezione protetti e sezione sex offenders".
    Elevato anche il numero delle traduzioni dei detenuti. "A Teramo - ricorda il sindaco -sono nel 2022 ne sono state effettuate 1.209, con una media di circa 100 al mese. E questo a fronte di una cronica carenza di personale. Il risultato di questa situazione è l'aumento delle situazioni di tensione all'interno del carcere tra i detenuti e l'impossibilità, per gli agenti di polizia penitenziaria, di svolgere con serenità il proprio lavoro". Di qui l'invito "ad effettuare un'ispezione, in tempi brevi, insieme a tutti i parlamentari abruzzesi".
    Situazione altrettanto grave a Sulmona dove, secondo quanto riportano i sindacati dei dipendenti della casa di reclusione Sappe, Osapp, Sinappe, Uil Pa/Pp, IlPapp, Fns Cisl, Uspp e Cgil Fp "Non si contano più le aggressioni sia verbali che fisiche subìte dal personale e le forme di prevaricazione da parte dei detenuti nei confronti del personale penitenziario e sanitario".
    Sotto accusa anche il trattamento dei pazienti psichici e la "mancata assistenza a centinaia di soggetti fragili".
   

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