Con due lettere inviate al ministro
della Giustizia, Carlo Nordio, rappresentanti istituzionali e
organizzazioni sindacali esprimono l'allarme per le condizioni
nelle carceri di Teramo e Sulmona (L'Aquila). Nel caso del
penitenziario teramano a scrivere è il primo cittadino Gianguido
D'Alberto che già nel 2019 aveva scritto all'allora ministro
della Giustizia, Alfonso Bonafede.
"Le profonde criticità che si registrano ormai da troppo
tempo nel penitenziario - spiega il sindaco di Teramo - tornano
a rendere urgente una profonda riflessione e l'adozione di
interventi immediati".
Una situazione, anzitutto legata al numero dei detenuti.
"Come illustrato dalle segreterie regionali dei sindacati di
polizia penitenziaria (Sappe, Osapp, Uil Pa/Pp, Uspp, Fns Cisl e
Fp Cgil) - ricorda D'Alberto - attualmente il carcere di
Castrogno a fronte di una capienza regolamentare di 255 detenuti
ne ospita ben 422, di cui 200 con disturbi psichiatrici,
suddivisi all'interno dei cinque circuiti penitenziari che
convivono all'interno del carcere e totalmente incompatibili tra
di loro: media sicurezza, alta sicurezza, sezione femminile,
sezione protetti e sezione sex offenders".
Elevato anche il numero delle traduzioni dei detenuti. "A
Teramo - ricorda il sindaco -sono nel 2022 ne sono state
effettuate 1.209, con una media di circa 100 al mese. E questo a
fronte di una cronica carenza di personale. Il risultato di
questa situazione è l'aumento delle situazioni di tensione
all'interno del carcere tra i detenuti e l'impossibilità, per
gli agenti di polizia penitenziaria, di svolgere con serenità il
proprio lavoro". Di qui l'invito "ad effettuare un'ispezione, in
tempi brevi, insieme a tutti i parlamentari abruzzesi".
Situazione altrettanto grave a Sulmona dove, secondo quanto
riportano i sindacati dei dipendenti della casa di reclusione
Sappe, Osapp, Sinappe, Uil Pa/Pp, IlPapp, Fns Cisl, Uspp e Cgil
Fp "Non si contano più le aggressioni sia verbali che fisiche
subìte dal personale e le forme di prevaricazione da parte dei
detenuti nei confronti del personale penitenziario e sanitario".
Sotto accusa anche il trattamento dei pazienti psichici e la
"mancata assistenza a centinaia di soggetti fragili".
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