Incontri mensili di
formazione in tutta Italia, sempre accompagnati dai loro cani
addestrati a svolgere specifici compiti nelle azioni di ricerca,
recupero, salvataggio: sono quelli che i soccorritori delle
Unità Cinofile del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e
Speleologico (Cnsas) seguono periodicamente per essere pronti a
intervenire, in maniera coordinata, in qualsiasi situazione di
emergenza. Un ruolo fondamentale, quello delle Unità Cinofile, e
non solo in ambienti di montagna, che è stato ricordato da Diego
Antonucci a Caramanico Terme (Pescara), in occasione della firma
della convenzione fra Parco nazionale della Majella e Cnsas
Abruzzo: le due realtà, che concretamente già interagiscono,
opereranno insieme anche a livello di informazione,
implementando la segnaletica, indicando lungo i sentieri i
numeri telefonici da chiamare in caso di necessità, il tutto in
un'ottica di prevenzione degli incidenti e infortuni in
montagna. Che, purtroppo, sono sempre in agguato.
"I soccorritori che hanno anche la specializzazione con le
Unità cinofile svolgono un ulteriore servizio durante le
ricerche. Abbiamo un cane da superficie e da valanga, poi
abbiamo la specialità mantrailing, ovvero cani che indirizzano
le ricerche" ha spiegato Antonucci, che ha base in Abruzzo - è
stato tra i soccorritori di Rigopiano - ed è conduttore
dell'Unità Cinofila ricerca molecolare del Soccorso Alpino
Nazionale, presentando, accanto a sé, due fidi compagni di
lavoro: Herkules, pastore tedesco di 9 anni, e Karjiang, 3 anni
e mezzo, il primo cane molecolare di razza Hovawart operativo in
Italia.
Le Unità cinofile seguono un percorso nazionale con le scuole
cinofile, ha aggiunto Antonucci ricordando che ogni cane, per
arrivare al brevetto operativo, deve 'studiare' per due anni e
mezzo, poi deve mensilmente seguire corsi con il suo conduttore
per migliorare. "Ci incontriamo periodicamente in diverse
regioni - conclude Antonucci - anche per fare formazione ai
nostri colleghi e poter quindi lavorare al meglio durante le
ricerche di persone".
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