"Siamo distrutti per quanto
accaduto e stiamo pensando con dolore alla famiglia di Alessio
Carulli. Sappiamo cosa vuol dire perdere un caro, ci siamo
passati con Andrea". E' quanto dicono all'ANSA i familiari di
Giuseppe Pietrolongo, lo speleologo che si è salvato ieri dalla
tragedia che ha visto morire il 42enne geologo chietino nella
grotta alle falde della Maiella.
Andrea Pietrolongo morì di infarto nel febbraio del 2017,
forse per il grande stress, ed era stato uno dei soccorritori
del terribile inverno di Rigopiano: esperto speleologo e
soccorritore aveva operato nel teramano in quei giorni
terribili. Ad Andrea è stato intitolato il Gruppo Esplorazione
Speleo-torrentistica "Andrea Pietrolungo" del CAI di Pescara.
"Ringraziamo Dio perché ci ha evitato una nuova disgrazia -
spiegano - ma sappiamo anche che chi va in montagna o in grotta
mette in conto questi rischi. C'è un imprevisto continuo e in 10
secondi può cambiare tutto. Con loro c'era gente esperta e mi
risulta che Alessio era un geologo appassionato, non sono andati
con le infradito. E' una sventura, un dolore vero. Per ora
Giuseppe è sempre ricoverato in ospedale perché i valori non
sono buoni per nulla: è rimasto troppo tempo là sotto".
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