Atalanta-Torino 3-0 CRONACA e Napoli-Lecce 0-0 CRONACA nella la 38esima e ultima giornata di Serie A. La Roma non parteciperà alla Champions League, il Napoli campione d'Italia uscente fuori dalle coppe europee per la prossima stagione
GOL
Al 71' ATALANTA-Torino 3-0! Rete di Pasalic! Rigore realizzato rasoterra verso destra, con Gemello che si tuffa dalla parte opposta.
Al 43' ATALANTA-Torino 2-0! Rete di Lookman! Cross basso dalla destra di De Keteleare per Pasalic, che dal dischetto del rigore conclude centralmente: Gemello si fa però sfuggire il pallone e Lookman mette in rete con il tap-in.
Al 26' ATALANTA-Torino 1-0! Rete di Scamacca! De Keteleare dal limite dell'area serve Scamacca in area: il numero 90 con le spalle alla porta se la sistema sul destro e calcia forte verso il lato destro, mettendo in rete a mezza altezza a fil di palo.
La Dea di Gasperini ora punta al terzo posto in classifica
Scamacca e l'eroe di Dublino Lookman spianano la strada alla rincorsa dell'Atalanta al terzo posto, ottenibile battendo la Fiorentina nel recupero casalingo domenica 2 giugno, mentre il rigore di Pasalic nella ripresa fissa il risultato sul 3-0. Un risultato, questo, che per ora regala alla Dea la certezza matematica almeno del quarto posto e quindi nega alla Roma la possibilità di prendere parte alla prossima Champions League. Per un Torino nono per classifica avulsa col Napoli, annichilito e contestato dai propri tifosi, invece, l'ultima chiamata per l'Europa dovrà invece passare dalla vittoria della Fiorentina in Conference League. In una partenza a ritmi bassi dei padroni di casa ci provano Ilic di seconda ed entro il decimo Zapata nella giocata fra ex di turno con Bellanova, ma lo stacco del colombiano finisce sopra la traversa. Oltre il quarto d'ora Gemello deve scaldarsi le mani per bloccare la conclusione debole di Holm, servito da Pasalic, quasi al limite. Nemmeno tre minuti e doppio tentativo Lookman-Holm, fermati rispettivamente da Tameze e dalla scarsa mira in elevazione da fondocampo sul pallone di Zappacosta. Piemontesi dalle poche idee poi, dal 40' in avanti, i bergamaschi chiudano virtualmente la partita. Lookman azzecca il raddoppio, dopo aver sprecato nella Curva Sud il pallone di De Ketelaere, perché Gemello non trattiene il rigore in movimento di Pasalic a rimorchio: il nazionale nigeriano segna a porta 'aperta'.
La ripresa comincia con due chances sprecate dal Toro per riaprire i discorsi, con Pellegri ad alzare di testa lo schema da punizione di Ricci al quarto e Bellanova ad allargare il diagonale appena da fuori all'11' st. Al 6', invece, c'era stato un gol di Scamacca non valido perché De Ketelaere aveva recuperato il pallone già uscito. Al 21' l'appoggio di Lookman è vanificato dal fallo di Scamacca su Ilic, ma lo stesso Lookman si procura il contatto con Tameze che consente a Pasalic di calare il tris dagli 11 metri. Rete annullata ai padroni di casa alla mezzora, per offside di Lookman sul filtrante di Miranchuk. Gasperini concede la passerella anche al terzo portiere Rossi, bravo a negare a Ilic, in scivolata sottomisura al 90', il gol della bandiera su invito di Lazaro, al posto del semidisoccupato Carnesecchi. Al 3' di recupero, miracolo di Gemello per dire di no all'incornata di Pasalic sollecitata da Ruggeri. Poi, sul campo, può cominciare la festa con l'Europa League mostrata ai tifosi. Invece è ancora da definire la parata cittadina dei campioni in bus scoperto, probabilmente venerdì 31 maggio.
Ultima delusione per il Napoli, decimo e fuori da Europa
L'ultima delusione. Il Napoli pareggia in casa con il Lecce 0-0 e svanisce così anche l'ultima speranza di agguantare una miracolosa permanenza in Europa. Con la sconfitta a Bergamo del Torino agli azzurri sarebbe servito vincere per scavalcare in classifica i granata e sperare nella vittoria della Fiorentina nella finale di Conference per poter qualificarsi al meno nobile torneo continentale. Invece la squadra di Calzona rimedia con il Lecce un altro deludente pareggio, chiude al decimo posto in classifica e conferma tutte le difficoltà vissute in una stagione estremamente negativa. Il pubblico del 'Maradona' fischia a fine gara ma è ormai da molto tempo abituato alla delusione per le poco convincenti prestazioni della propria squadra e la contestazione è perfino blanda. Osimhen, entrato dalla panchina per giocare un ultimo spezzone di partita con la maglia azzurra al termine della partita si attarda a salutare tutti, compagni di squadra avversari, dirigenti e accompagnatori vari. E' un modo per sottolineare il suo addio al calcio italiano perché appena si aprirà il mercao sarà ceduto per giocare in Francia o in Inghilterra. Fischi dagli spalti anche per il capitano Di Lorenzo al momento della sostituzione con Mazzocchi, determinati probabilmente dalla ricorrenti voci di una sua volontà di lasciare il Napoli.
Quello visto contro i salentini è il solito Napoli di quest'anno, vale a dire una squadra dal gioco lento, con manovre scontate, portate avanti quasi sempre per linee orizzontali o per retropassaggi, priva di qualunque schema di gioco offensivo. L'assenza di Osimhen, infortunato e portato in panchina da Calzona ed entrato solo al 19' della ripresa, non spiega da sola la debolezza offensiva degli azzurri. Si avverte una cronica mancanza di schemi che diventa ancor più evidente quando c'è di fronte un avversario, come il Lecce, bravo a disporsi sempre dietro la linea della palla con la quasi totalità dei suoi uomini, chiudendo ogni linea di passaggio. Si spiega così il dato numerico che caatterizza il primo tempo. Il Napoli ha esattamente il doppio, in termini percentuaali, del possesso palla rispetto al Lecce ma nella prima frazione di gioco non riesce a costruisce nessuna palla gol. Nella ripresa Calzona manda subito in campo Ngonge e Raspadori al posto di Politano e Simeone e in breve la squadra riesce ad avvicinarsi di più alla porta di Falcone. Ma le parate del portiere e un palo e una traversa colpiti rispettivamente da Cajuste e da Ngonge negano agli azzurri il gol della vittoria e della speranza. Il campionato finisce esattamente come era cominciato nella scorsa estate, vale a dire con risultati deludenti, prestazioni caratterizzate da una sorta di rassegnazione passiva, testimone di una squadra senza idee e senza anima. La gente, delusa aspetta ora soltanto la comunicazione dell'ingaggio del nuovo allenatore con la speranza che possa guidare una vera e propria rivoluzione. I giorni felici della conquista del terzo scudetto sono ormai soltanto un ricordo sbiadito.
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