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Zuckerberg frena sul match contro Musk, cresce la polemica

Zuckerberg frena sul match contro Musk, cresce la polemica

'Per ora niente di concordato'. Corsa per ospitare l'evento

WASHINGTON, 13 agosto 2023, 08:11

Claudio Salvalaggio

ANSACheck

Sfida di arti marziali tra Musk e Zuckerberg in diretta su X © ANSA/AFP

Sfida di arti marziali tra Musk e Zuckerberg in diretta su X © ANSA/AFP
Sfida di arti marziali tra Musk e Zuckerberg in diretta su X © ANSA/AFP

Gli aspiranti 'gladiatori' Elon Musk e Mark Zuckerberg litigano sui social come due adolescenti prima ancora di entrare nella gabbia per il loro combattimento di arti marziali miste in una "location epica" con lo sfondo dell'antica Roma, come preannunciato dal patron di X dopo un colloquio con la premier e il ministro della cultura italiani. Il fondatore di Meta tira il freno, precisando che non c'è ancora nulla di concordato e che sarà lui a dare la conferma ufficiale. "Amo questo sport - ha scritto su Threads, piattaforma rivale di X - sono pronto a combattere dal giorno in cui Elon mi ha sfidato. Se mai sarà d'accordo su un vero appuntamento, lo saprete da me. Fino ad allora, per favore presumete che tutto ciò che dice non sia stato concordato. Non trattengo il fiato per Elon, ma condividerò i dettagli sul mio prossimo combattimento quando sarò pronto". Ma c'è un altro aspetto che separa i due miliardari, quello organizzativo (e quindi finanziario). Zuckerberg punta a coinvolgere le organizzazioni sportive di arti marziali mentre Musk aveva spiegato come la sfida "sarà gestita dalle rispettive fondazioni, non dall'Ufc", la società di Las Vegas che promuove questo tipo di discipline. "Quando gareggio - ha scritto sempre su Threads senza falsa modestia - voglio farlo in un modo che metta sotto i riflettori gli atleti d'élite al vertice del gioco. Questo lo fai lavorando con organizzazioni professionali come la Ufc o One per realizzarlo bene e creare un grande programma". Il duello intanto continua a scaldare il dibattito italiano di Ferragosto e ad alimentare la corsa per ospitare un evento planetario che sarà trasmesso in streaming sulle piattaforme social dei due contendenti. Esclusa la città eterna dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, nel toto-nomi ci sono l'Arena di Verona, Ostia Antica ma soprattutto Pompei, "il luogo più adatto" secondo il sindaco Carmine Lo Sapio. Il primo cittadino di Taormina Cateno De Luca ha proposto il teatro antico mentre il governatore della Calabria Roberto Occhiuto ha chiamato Sangiuliano per candidare ufficialmente la sua regione, "la culla dei Bronzi di Riace". Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale Anci, si chiama fuori: "Non abbiamo bisogno di due miliardari che giocano a scimmiottare moderni gladiatori! Che messaggio arriverebbe alle nuove generazioni alle quali continuiamo a dire a gran voce che la scuola rappresenta l'unico ascensore sociale? Se l'idea di Musk-Zuckerberg è invece quella di sfidarsi a colpi di innovazione, tecnologia, idee per preservare e arricchire le nostre bellezze spalancheremo tutte le porte". Il match divide anche la politica. Tra i critici, in prima fila il leader di Azione Carlo Calenda, che chiede a Sangiuliano di non fare "il valletto di Musk e Zuckerberg: i monumenti italiani rappresentano la nostra storia e la nostra identità. Usarli per assecondare le bizzarrie di due miliardari che vogliono darsele in mondovisione (fatto di per sé già ridicolo e egomaniacale) è indecoroso e irrispettoso del nostro retaggio. Né può in alcun modo cambiare questa valutazione la promessa di una donazione". Favorevole invece il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che replica alle reazioni negative di Calenda, Matteo Orfini e anche (tra le file della maggioranza) Maurizio Gasparri ricordando che "l'aula del Senato, con il suo altissimo valore simbolico, è stata concessa per una celebrazione a Gianni Morandi, consentendo di smontare i banchi del governo, quegli stessi dai quali Gasparri parla". Dal mondo accademico si leva la voce dell'archeologo Andrea Carandini, docente nelle università di Siena e Roma, già presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e del Fai: "La otta di due miliardari a Pompei? È la pagliacciata invece della valorizzazione culturale".

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