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Colangeli, 'il mio Ratzinger sorprendente e complesso'

Colangeli, 'il mio Ratzinger sorprendente e complesso'

Torna in scena con I due Papi ed è cardinale in film con Sweeney

ROMA, 13 gennaio 2024, 07:59

di Francesca Pierleoni

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Colangeli, 'il mio Ratzinger sorprendente e complesso ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Colangeli,  'il mio Ratzinger sorprendente e complesso ' -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Colangeli, 'il mio Ratzinger sorprendente e complesso ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ratzinger "sarà anche stato un Papa della tradizione, ma poi con le dimissioni ha fatto la cosa più nuova da 700 anni a questa parte". Lo dice all'ANSA Giorgio Colangeli, che dal 13 gennaio, con le due date al teatro Ciak di Roma, riprende la tournée di I due Papi, adattamento italiano, diretto da Giancarlo Nicoletti, della piece di Anthony McCarten, già trasformata anche in un film per Netflix di Fernando Meirelles con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce. Colangeli presta il volto a Benedetto XVI, mentre a interpretare il cardinale e futuro pontefice Juan Mario Bergoglio c'è Mariano Rigillo.

Dopo Roma, lo spettacolo farà tappe, fra le altre, a Pescara, Campi Bisenzio, Latina, Lecce, Altamura e Benevento. "Tra i due Papi quello che sorprende di più è proprio Ratzinger. È anche un personaggio che vive un'evoluzione, perché sa cambiare idea nonostante le sue ferme convinzioni - aggiunge -. A me piacciono i personaggi che sotto la buccia sono un po' diversi da quanto ci si aspetti. All'inizio contavo di fare Bergoglio, che sentivo più congeniale. Ma poi ho letto il testo e tra i due Benedetto XVI è il personaggio più complesso e affascinante. Recitarlo mi ha avvicinato a questa figura, perché anch'io come tanti l'avevo giudicato in modo affrettato e un po' superficiale. Ho letto anche uno dei suoi libri e devo dire che con il suo modo di pensare mi ha affascinato ulteriormente. È un grand'uomo, un grande filosofo, teorico, ma la rappresentazione mediatica che ci impone di pensare che se non appari felice non esisti, non ce l'ha fatto conoscere nel suo autentico valore". Colangeli ama molto anche il rapporto che si è creato con Mariano Rigillo: "Siamo diversi, ma funzioniamo bene insieme sia in scena che nella vita. Mariano è un gran signore del teatro, e non solo, ho un grande rispetto e una grande ammirazione per lui. Non ha nessuna rigidità, continua sempre a mettersi in gioco".

L'attore è stato anche fra gli interpreti del fenomeno C'è ancora domani di Paola Cortellesi (finora quasi 35 milioni di euro al botteghino), nel ruolo del suocero, ignorante e maschilista, della protagonista. "Con questo film c'è stato il gusto di tornare a vedere un film in sala, è tornata l'importanza del passaparola. Io sono felicissimo e fiero di averne fatto parte. Con Paola non avevamo mai lavorato insieme, ed è stata una sorpresa graditissima trovarla anche una straordinaria autrice. È una donna intelligente, sensibile, determinata, attenta. Un'attrice che fa il nostro lavoro nel modo più nobile, con un'attenzione anche alle conseguenze morali ed etiche di ciò che si fa. Il film lo dimostra nei temi che tratta (come la violenza sulle donne, ndr), di cui c'era una grande urgenza di parlare".

Ritroveremo l'attore anche fra gli interpreti, nel ruolo del cardinale Franco Merola, di un horror internazionale Immaculate di Michael Mohan con Sydney Sweeney (Euphoria) e Alvaro Morte (La casa di carta): "L'ho fatto con grande difficoltà tecnica - commenta sorridendo - sia perché parlo poco inglese sia perché la traduzione della sceneggiatura era un po' approssimativa.... È venuto fuori nella storia anche un aspetto grottesco, ma potrebbe risultare un bel film, perché quel tipo di progetto si risolve molto anche al montaggio. Comunque è stato un passo importante far parte di un cast internazionale, per quanto io non seguendo molte serie, non conoscevo prima Alvaro Morte e Sydney Sweeney... gli amici per questo mi hanno rimproverato tantissimo. Con Sydney in particolare ho due scene molto forti". Colangeli da sempre ama dare anche fiducia ai registi esordienti, così tra i vari nuovi ruoli ha quelli in opere prime come Volare! di Pier Paolo Paganelli e in L'ultima Sfida di Antonio Silvestre, un film sul mondo del calcio, "un ambito che non mi è famigliare perché non lo seguo, ma la storia è molto interessante. Si offre del calcio un'immagine complessa, anche nel modo in cui si parla di corruzione e di aspetti più nascosti, che comunque non riescono a scalfire il grande interesse per il pubblico verso questa forma di mitologia contemporanea".

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