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Colangeli, 'io cronista di fake news in Castelrotto'

Colangeli, 'io cronista di fake news in Castelrotto'

L'attore protagonista nell'opera prima fuori concorso al TFF

TORINO, 28 novembre 2023, 19:28

di Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un fatto di cronaca scuote la vita di Castelrotto, paesino appenninico da sempre abbandonato alle sole piccole realtà dei suoi abitanti. Ottone (Giorgio Colangeli), ex cronista locale e maestro elementare in pensione, approfitta dell'episodio per riprendere la penna in mano, ma soprattutto per vendicarsi di un vecchio torto subito. Ora ha i mezzi per farlo, può manipolare la cronaca scritta, con credibili fake news, per far accusare finalmente gli uomini che crede gli abbiano rovinato la vita. Questa in estrema sintesi la trama dell'opera prima di Damiano Giacomelli presentata fuori concorso al 41° Torino Film Festival. Al suo fianco, quest'uomo non più giovane, tranne che per il rancore e la voglia di vendetta, si ritroverà una stagista (Denise Tantucci) del giornale online per il quale torna a scrivere e il poliziotto locale (Mirco Abbruzzetti), suo ex allievo. Entrambi lo aiuteranno ad andare fino in fondo al suo piano, ma anche inaspettatamente a redimere se stesso. Nel cast di questo noir di provincia recitato in marchigiano anche: Giorgio Montanini, Antonella Attili, Mirco Abbruzzetti, Stanley Igbokwe ed Ermanno De Biagi. "Ottone è un personaggio che a me piacerebbe essere - dice Giorgio Colangeli il suocero più maschilista di tutti in C'è ancora domani di Paola Cortellesi -, ovvero un maestro elementare di un piccolo centro delle Marche capace di sentire la responsabilità sociale del suo ruolo e consapevole della crisi che sta vivendo il suo paese, Castelrotto, ma, a differenza di me, Ottone è uno che dice pane al pane e vino al vino, non è affatto diplomatico". E continua: "Ci sono poi cose in cui mi riconosco nel personaggio. Ad esempio come me è un brontolone, sempre scontento, sempre critico e ostile alle novità. Ma questo non per un fatto culturale, ma per semplice pigrizia, perché a una certa età fare cose nuove ti costa molto e allora preferisci evitare. Ottone - sottolinea - è uno che a un certo punto si rimette in gioco e lo fa grazie alla sua fantasia e creatività, alla possibilità di raccontare storielle. È la sua risorsa. Lo storytelling è perfino una terapia. Una delle morali del film è che non è nemmeno troppo utile distinguere una storia vera da una inventata, l'importante è raccontare". "Castelrotto nasce da un interesse per la cronaca locale del mio territorio, l'entroterra maceratese, negli anni immediatamente precedenti il sisma 2016, il periodo in cui anche su scala locale la carta stampata ha ceduto definitivamente il passo alle pubblicazioni online" spiega invece il regista . E ancora Damiano Giacomelli, autore di alcuni corti e un documentario: "Attraverso la finestra di Ottone, la piazza di Castelrotto diventa quasi un cortile domestico, creando una naturale continuità tra pubblico e privato che chi abita i paesi conosce bene. Così il film si apre a un ampio affresco di personaggi, che in fase di casting abbiamo affidato ad un gruppo misto di attori professionisti e abitanti della zona".

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