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Marlene Dumas, la figura e lo spettro delle emozioni

Marlene Dumas, la figura e lo spettro delle emozioni

Cento opere esposte a Palazzo Grassi a Venezia

VENEZIA, 23 marzo 2022, 18:41

Redazione ANSA

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Corpi nudi, scene che parlano di sesso immerse in algide atmosfere segnate da colori scuri, volti di donne, ritratti di artisti - Pier Paolo Pasolini, Oscar Wilde, o Marilyn Monroe, questo basato su una foto dell'autopsia dell'attrice comparsa su un giornale olandese nel 1985 - assieme a momenti legati alla famiglia, come il ritratto monumentale di una figura femminile che prende ispirazione da una foto della figlia presa di spalle. Il complesso mondo di Marlene Dumas, artista tra le più influenti sulla scena internazionale, nata in Sudafrica nel 1953 e da tempo in Olanda, è ben rappresentato nelle oltre cento opere presenti nella mostra " Open-end", allestita a Palazzo Grassi, a Venezia, dal 27 marzo al 8 gennaio 2003 (catalogo Marsilio Arte).
    Nell'alternanza tra dipinti di grandi dimensioni (("The Visitor" 180x300 cm. con le figure prese di spalle) e piccoli formati ("The Gate" appena 24x24 cm., sul tema del piacere sessuale, o "Immaculate", 24x28 cm., il cui titolo richiama su un piano carico di interrogativi il tema dell'immacolata Concezione di Maria), lungo le pareti dei due piani del Palazzo della Pinault Collection, c'è la pienezza della ricerca dell'artista sulla figura umana, sullo spettro delle emozioni più intense, sulla vita, sulla morte, sulle questioni razziali (l'infanzia passata in una realtà segnata dall'apartheid), sulla violenza, sull'amore, sulla colpa, sull'innocenza. Un lavoro poetico ed emotivo, che tiene in debito conto la relazione tra immagine e testo. Marlene Dumas, attinge idealmente per il suo dipingere, durante le ore notturne e senza disegni preparatori, a un vasto archivio di immagini che affondano nella storia dell'arte, nelle riviste, nei quotidiani, nei film o nelle polaroid che lei scatta, ma anche di suggestioni letterarie.
   
   

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