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L’arte in bottiglia, viaggio tra i calici d'artista in Italia

L’arte in bottiglia, viaggio tra i calici d'artista in Italia

Alla scoperta delle etichette che nobilitano i vini tra novità e tendenze

29 agosto 2016, 11:34

di Ida Bini

ANSACheck

Etichette d 'arte, bottiglie realizzate da Pablo Echaurren, artista cileno, per l’azienda vinicola Poderi Morini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Etichette d 'arte, bottiglie realizzate da Pablo Echaurren, artista cileno, per l’azienda vinicola Poderi Morini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Etichette d 'arte, bottiglie realizzate da Pablo Echaurren, artista cileno, per l’azienda vinicola Poderi Morini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono numerose le aziende vinicole che utilizzano sulle etichette opere di artisti di fama internazionale per identificare e immortalare le proprie bottiglie. La prima cantina a farlo fu la leggendaria Château Mouton Rothschild, in Francia, che commissionò ad alcuni dei più grandi artisti del secolo scorso – tra cui Georges Braque, Francis Bacon, Antoni Tàpies e Joan Mirò – le etichette per i “grand cru” di Bordeaux. La tendenza arrivò anche in Italia, dove alcune aziende scelsero opere di celebri artisti della propria regione, come le cantine La-Vis in Trentino, che usarono dipinti di Segantini, o quelle di Menfi, ad Agrigento, che riportarono dipinti di Guttuso sull’etichetta. Molte di queste bottiglie sono state prodotte in edizioni limitate e sono diventati oggetti di collezione, ma dimostrano quanto sia stretto il rapporto tra vino e arte. 

Tante cantine si sono rivolte a pittori internazionali come la Tenuta di Sant’Anna, ad Annone Veneto, che ha utilizzato le più famose opere di Velasquez, Gauguin, Bruegel e Botticelli per illustrare le etichette da applicare sulle principali bottiglie. Ci sono anche le cantine che commissionano le etichette a singoli artisti per dare al vino un’immagine rappresentativa dell’azienda e della propria filosofia, come la celebre casa siciliana Donnafugata, che contraddistingue ogni bottiglia - da Anthìlia a Vigna di Gabri, da Sherazade a Angheli e a Polena - con immagini artistiche di sinuose e sfuggenti figure femminili che trasmettono l’amore per la propria terra.
Infine ci sono gli artisti che diventano vignaioli e che riportano sulle bottiglie le proprie opere. E’ il caso di Sandro Chia, scultore e pittore di fama internazionale e uno dei maggiori esponenti della Transavanguardia, che nel 1984 acquistò le cantine del Castello Romitorio, a nordest di Montalcino, e realizzò dei bozzetti per alcune bottiglie mentre riportò opere già compiute per altre. Come è successo all’olio su tela Cocktail per il Brunello di Montalcino riserva 1981, oggi oggetto da collezione. C’è anche Carlo Hauner, artista e designer bresciano di origine boema, che nel 1963 si innamorò delle isole Eolie, dove negli anni Settanta divenne un eccellente produttore di vino. I colori di Salina, le donne siciliane e gli elementi architettonici eoliani sono i soggetti scelti per caratterizzare le etichette delle bottiglie di passito Malvasia riserva delle Lipari.
La maggior parte delle aziende vinicole, tuttavia, si rivolge direttamente a pittori, scultori, designer, fumettisti e fotografi, mentre la nuova tendenza è quella di commissionare a grandi vetrai la realizzazione di bottiglie artistiche, dalle forme e dai colori originali. C’è anche il caso di alcune cantine che utilizzano “etichette anticontraffazione” con la stessa filigrana delle banconote.

Ecco alcune etichette d’autore, presenti nelle principali aziende vinicole d’Italia. La cantina Vietti, che produce ottime e prestigiose bottiglie di Barolo e Barbaresco a Castiglione Falletto, piccolo borgo medievale situato tra i vigneti delle Langhe, cominciò nel 1970 a collaborare con alcuni artisti italiani per la realizzazione delle etichette di alcune bottiglie. Per loro lavorarono Claudio Bonichi (Barbaresco del 1971), Mino Maccari (Barolo del 1971) e Pier Paolo Pasolini (Nebbiolo d’Alba del 1974), mentre dal 1982 le etichette vennero realizzate esclusivamente per alcune annate eccezionali del Barolo riserva “Villero”. Dal 1990 per la prima volta venne affidato il progetto di un’etichetta a un’artista americana, Janet Fish, presentata nel MoMA, museo di arte moderna, di New York. Poi subentrarono altri artisti americani, come Robert Cuttingham, Wayne Thiebaud e Jerry Uelsmann che firmarono i loro grandi Barolo.
Per la realizzazione delle etichette l’azienda di Pier Paolo Monti, nel cuore delle Langhe, si è affidata al fotografo Tom Sandberg, in mostra permanente al museo nazionale d’arte moderna di Oslo. La collaborazione, nata nel 2007, riguarda tre diverse etichette con toni del bianco e del nero con sfondo traslucido delle bottiglie di Barolo Docg del 2003.
Sempre nelle Langhe, la cantina di Roberto Voerzio, che produce un ottimo Barolo, a metà degli anni Novanta chiamò l’artista Riccardo Assom per illustrare le più prestigiose bottiglie di vino.

Per sostituire Le Bagnanti di Giorgio Morandi che dal 2005 campeggiavano sulle etichette dei vini Sangiovese rosso, bianco e rosé della cantina Umberto Cesari, sulle colline emiliane di Castel san Pietro Terme, dal 2011 è stato istituito il concorso MyOwnMAsterpiece, in collaborazione con il Design Center Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Bologna e di Ravenna, per coinvolgere giovani artisti emergenti nella realizzazione di nuove etichette. L’ultima vincitrice è stata Donatella Carollo, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, che ha realizzato l’etichetta Futurwine, oggi presente sulla bottiglia Moma rosso. Il prossimo concorso sarà istituito nel 2019.
Si rivolge all’arte per creare etichette d’autore anche la cantina Podere Morini di san Biagio Faenza, che produce un ottimo Sangiovese e un prestigioso Ravenna rosso. Pablo Echaurren, artista cileno, è stato il primo a firmare alcune etichette, seguito poi da Giuliano Della Casa, pittore-illustratore e acquarellista di Modena, e da Gianfranco Morini, artista-ceramista faentino.
In Toscana, a Montalcino, la tenuta Case Basse produce un Brunello Soldera con l’etichetta creata da Piero Leddi, pittore contemporaneo, che si distingue per il simbolo del delfino, sacro al dio Dioniso.
La presenza dell’arte nella Tenuta di Nittardi, nel cuore del Chianti, c’è da sempre, da quando nel XVI secolo il proprietario era Michelangelo Buonarroti. Nel 1981 l’azienda venne acquistata da un gallerista tedesco, Peter Femfert, che fin dalla prima annata decise di chiedere la collaborazione di artisti – da Horst Janssen, Giuliano Ghelli, Mimmo Paladino, Günther Grass, Dario Fo e Karl Otto Götz - per realizzare le etichette del prestigioso Chianti Classico Docg e la carta di seta che avvolgeva le bottiglie.
Sempre in Toscana, tra le colline fiorentine, la casa vinicola Ruffino si è rivolta a uno studio creativo per realizzare l’etichetta di 6mila bottiglie di Chianti Superiore 2012 e il risultato è stato molto innovativo: Clet Abraham, esponente della street art noto per le fantasiose modifiche ai cartelli stradali, ha realizzato l’opera Janine, volto di donna che emerge dal vetro con le increspature e le imperfezioni naturali delle labbra.

In Sardegna la cantina Giba, produttrice di un 6Mura Carignano del Sulcis in edizione limitata (cento bottiglie), ha chiesto a Nicola Frau e Massimo Noli, giovani designer di moda, di realizzare un’etichetta che trasmetta l’identità del vino e la storia del territorio.
La cantina Negrar di Verona, che produce soprattutto Amarone di Valpolicella, si è rivolta inizialmente al celebre fumettista Milo Manara per creare le etichette Milo Manara Doc della linea “Collezione d’autore”, poi ad altri artisti che ne hanno continuato la collaborazione.
Sempre in Veneto, nei vigneti tra Verona e Vicenza, l’azienda Enoitalia produce vini di grande qualità e, per omaggiare la recente scoperta delle onde gravitazionali e per festeggiare i 30 anni di produzione di Amarone, ha commissionato all’illustratrice Cristina Vannini Parenti un’etichetta ispirata alla scoperta.
Infine c’è il caso, unico e originale, dell’etichetta delle cantine Cormòns, in Friuli, diventata un simbolo di pace: qui, infatti, si trova la “vigna del mondo” che ospita 550 vitigni provenienti da tutto il pianeta, le cui uve producono il celebre “vino della pace”. L’etichetta delle bottiglie prodotte, inviate a tutti i capi di Stato, viene disegnata ogni anno da tre artisti di fama internazionale che contribuiscono a rendere le cantine della bella città friulana simbolo di unione e dialogo tra i popoli. Le etichette della pace sono state firmate da grandi artisti come Enrico Baj e Arnaldo Pomodoro nel 1985, Giacomo Manzù nel 1989, Mimmo Rotella nel 1991 e Botero nel 2007 (dieci anni prima l’artista aveva disegnato anche una bottiglia di Brunello di Montalcino con l’opera Ratto d’Europa); hanno contribuito alla diffusione del grande vino anche poeti, scrittori e cantanti contemporanei.

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