Si apre all'Egizio il 24 marzo la
mostra "Baciare la terra per il signore degli dèi: la statua
stelofora di Neferhebef" , che fa parte del ciclo "Nel
laboratorio dello studioso", una serie di mostre bimestrali che
accompagnano i visitatori dietro le quinte del Museo Egizio,
alla scoperta dell'attività scientifica condotta dai curatori ed
egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca del museo.
È una statuetta che risale al Nuovo Regno la protagonista del
nuovo appuntamento, un reperto che ritorna al museo dopo aver
viaggiato lo scorso anno in tutta Europa, ospite di alcune
esposizioni, l'ultima delle quali a Parigi, alla Bibliothèque
National de France, dal titolo L'aventure Champollion. Nella
mostra parigina la statua di Neferhebef è stata esposta accanto
ad alcuni disegni di Jean-François Champollion, che ne
riproducono le fattezze e i geroglifici. La statuetta non era
infatti passata inosservata al padre dell'egittologia, che nel
1824 aveva soggiornato a Torino per studiare la collezione del
Museo Egizio.
Il reperto è un elemento di evoluzione dei cosiddetti
stelofori, delle statue che raffigurano un uomo inginocchiato
con le mani protese in avanti a reggere una stele. La statua
contiene delle iscrizioni con un'invocazione al dio Amon e,
nonostante la provenienza incerta, grazie all'iscrizione è stato
possibile risalire al nome del proprietario, Neferhebef appunto,
ed anche alle sue varie cariche, tra cui guardiano del tesoro e
sacerdote di Amon.
La mostra è stata curata da Alessandro Girardi, assistente
curatore del Museo Egizio. Laureato all'università di Bologna, i
suoi interessi vertono sulle stele funerarie, il villaggio di
Deir el-Medina e le pratiche dei furti nelle tombe alla fine del
Nuovo Regno. Si potrà visitare fino al 28 maggio.
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