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Il canto radio del Cygnus ascoltato dai radiotelescopi italiani

Il canto radio del Cygnus ascoltato dai radiotelescopi italiani

A 2.500 anni luce, utile per lo studio dei raggi cosmici

08 ottobre 2020, 14:07

Redazione ANSA

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Filamenti di gas e polveri della nebulosa Cygnus Loop, ciò che resta dopo l’esplosione di una supernova. (fonte: NASA/JPL-Caltech) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Filamenti di gas e polveri della nebulosa Cygnus Loop, ciò che resta dopo l’esplosione di una supernova. (fonte: NASA/JPL-Caltech) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Filamenti di gas e polveri della nebulosa Cygnus Loop, ciò che resta dopo l’esplosione di una supernova. (fonte: NASA/JPL-Caltech) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ascoltato il canto radio del Cygnus, ciò che resta di una stella con una massa circa venti volte quella del Sole, esplosa tra i 20.000 e i 10.000 anni fa. Si tratta di una nebulosa a 2.500 anni luce dalla Terra, nell’omonima costellazione del Cigno. Lo studio, in corso di pubblicazione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è firmato dai ricercatori guidati da Sara Loru, dell’osservatorio di Catania dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Lo studio di queste emissioni, spiegano gli autori della ricerca, permette di comprendere meglio i meccanismi di accelerazione delle particelle dei raggi cosmici, di cui oggetti estremi come Cygnus sono le sorgenti più accreditate, sottolineano gli esperti.

La ricerca è stata possibile grazie ai dati raccolti dai radiotelescopi Inaf di Medicina (Bologna) e dal Sardinia Radio Telescope (Srt), voluto dal presidente dell’Inaf, Nichi D’Amico, scomparso a settembre 2020.

La nebulosa Cygnus Loop è il risultato dell’esplosione di una supernova, uno dei fenomeni più violenti e luminosi del cosmo, che avviene quando una stella esaurisce il proprio combustibile nucleare ed esplode con un’emissione di radiazione che può per brevi periodi superare quella di una intera galassia. L’esplosione di Cygnus, concludono gli esperti, ha ad esempio provocato un’onda d’urto che si è espansa al ritmo di oltre 350 chilometri al secondo. Per essere, infine, captata dai radiotelescopi italiani.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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