Unico nel suo genere, Bimo è stabile in più varianti pressochè identiche, ma con proprietà magnetiche, elettriche e ottiche molto diverse, e facilmente trasformabili l'una nell'altra.
Inoltre, Bimo è magnetoelettrico, cioè il suo stato magnetico può essere modificato indirettamente da un campo elettrico, e il suo stato elettrico da un campo magnetico (mentre di norma il magnetismo si accoppia al campo magnetico, etc.), e piezoelettrico / piezomagnetico (stato magnetico ed elettrico modificabili tramite sforzi meccanici, e viceversa). Infine il materiale è termodinamicamente stabile, e quindi verosimilmente sintezzabile in laboratorio.
In diverse nicchie di applicazione tecnologica quest materiali sono componenti chiave e vengono utilizzati, ad esempio, nelle memorie magnetiche ed elettriche multistato, nei convertitori di tensione a bassa dissipazione nei sensori, nelle memorie, e negli emettitori a radiofrequenza basati sulla manipolazione elettrica dello stato magnetico. Nonostante oltre vent'anni di ricerca, non è stato ancora realizzato un materiale multiferroico a fase singola (cioè non risultante da nanostrutturazione artificiale), in versione ferromagnetica (come, appunto, il ferro), e stabile a temperatura ambiente. Ora questo studio ipotizza la possibilità di sintetizzarlo.
Gli autori della ricerca sono , oltre a Fiorentini, Andrea Urru, Francesco Ricci, Alessio Filippetti e Jorge Iniguez.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA