Parte a Milano un progetto a favore
degli anziani: "Teseo. Fragilità e demenze in una comunità che
cura", sviluppato da Fondazione Don Gnocchi - con Airalzh Onlus,
Associazione per la Ricerca Sociale, Caritas Ambrosiana e
Sociosfera Onlus per accompagnare gli anziani e i loro familiari
aiutandoli ad orientarsi nei diversi percorsi, per superare i
limiti della frammentarietà dei servizi e la marginalità delle
informazioni. Un progetto che si prefigge di unire in rete tutte
le parti coinvolte - sociali e sanitarie - adeguato ai nuovi
bisogni della popolazione anziana o a rischio di fragilità e
complementare alle risorse della comunità che sta loro intorno.
Il progetto, che potrà essere replicato sul territorio
nazionale, è tra i vincitori del bando "Welfare in Ageing" della
Fondazione Cariplo, con un finanziamento di 600 mila euro.
L'obiettivo è dunque costruire un modello di intervento
innovativo, sostenibile e replicabile, adeguato ai nuovi bisogni
della popolazione anziana a rischio di compromissione cognitiva
e demenza, sussidiario e complementare alle risorse della
comunità e a quelle istituzionali. Il progetto - di durata
biennale - prenderà forma nella città di Milano con la
prospettiva di proporsi come modello nell'ambito del Terzo
Settore per tutto il territorio nazionale. L'Italia, secondo gli
ultimi dati Istat, è tra i Paesi con l'aspettativa di vita più
elevata, ma con i livelli più bassi di qualità della vita della
popolazione anziana rispetto alla media europea. Inoltre, nel
nostro Paese, su 13,8 milioni di over 65, 4,37 milioni vivono da
soli. Inoltre, il 15% degli anziani dichiara di non incontrare
alcun amico/a; la solitudine colpisce di più le donne. «La
demenza è una malattia cronica e progressiva, con sintomi
difficili da decodificare - spiega Fabrizio Giunco, direttore
del Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Gnocchi e
responsabile del progetto -. La diagnosi è spesso tardiva, il
percorso diagnostico può essere discontinuo. Il sistema è
frammentato, non facilmente accessibile. E la ricerca di
soluzioni può essere ancora più difficile o impossibile per le
persone più sole o socialmente vulnerabili».
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