(ANSA) - ROMA, 5 LUG - "Il rapporto di parentela in linea retta
di primo grado con soggetto titolare di incarico federale di
natura tecnica rende evidentemente incompatibile, alla stregua
della portata generale della norma vigente, l'esercizio
dell'attività di procuratore sportivo": è il parere della
sezione consultiva della Corte d'appello federale che si è
espressa sulla richiesta di parere avanzata dal n.1 della Figc
Carlo Tavecchio sulla legittimità dell'eventuale tesseramento di
Marcello Lippi come direttore tecnico azzurro.
Con il parere della Corte si scrive la parola fine alla
vicenda dell'incarico a Lippi, cui lo stesso ex ct aveva già
rinunciato nei giorni scorsi. L'incompatibilità in questione è
quella con l'attività di procuratore del figlio Davide. Tale
principio, precisa la Corte, può trovare parziale smentita, e
quindi limiti alla sua applicazione, solo quando l'incarico
attribuito al soggetto in rapporto con il procuratore sia
estraneo all'area tecnica federale oppure non sia contrassegnato
da potestà decisionali.