I complimenti del Premier, lo stupore del Regno, la dedica all'ex Ct morto suicida, la classe operaia in paradiso: tra incredulità e orgoglio, da eterni comprimari a vanto britannico, la favola Galles non finisce di stupire. "E il sogno continua", come titola il South Wales Echo, mentre il selezionatore Chris Coleman attende la semifinale di mercoledì contro il Portogallo con impazienza. "Quattro anni fa non potevamo neppure lontanamente immaginare tutto questo - la sua ammissione dopo la vittoria sul Belgio nei quarti di Euro 2016 -. Cerchiamo di goderci ogni singolo momento perchè è una sensazione fantastica ma anche meritata. Perché se lavori duramente, e non hai paura di sognare, allora non hai paura neppure di fallire. Non ho paura di perdere, tutti perdono. E io ho vissuto più sconfitte che successi nella vita". Soprattutto sulla panchina della nazionale, dove era stato chiamato per gestire la difficile successione di Gary Speed, leggenda del calcio gallese, morto suicida nel 2011.
Coleman perde le prime quattro partite, il Galles langue nella periferia del calcio, sul gradino 117 del ranking mondiale, dietro a Guatemala, Guyana e Haiti. La svolta arriva alla quinta partita, nel derby vinto contro la Scozia. Ma la strada della risalita è lenta quanto lunga. E porta alla qualificazione europea, la prima dopo l'unica apparizione alla fase finale del mondiale 1958. L'esordio vittorioso contro la Slovacchia è un presagio che si avvera: il Galles non sarà una comparsa. Perde contro l'Inghilterra ma chiude al primo posto il girone. Negli ottavi si impone di misura, ma con merito, nel derby contro l'Irlanda del Nord, prima del trionfo di venerdì. "Una prestazione fantastica, un risultato magnifico", ha twittato David Cameron. Fin dal triplice fischio finale è iniziata la caccia ai biglietti per Lione che mercoledì verrà invasa dai tifosi del Drago Rosso. Se ne attendono circa 20mila.