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Maglie azzurre, bandiere tricolore e tanta voglia di urlare il proprio entusiasmo, più forte della delusione per l'epilogo dell'Europeo. Circa trecento persone hanno accolto la Nazionale di Antonio Conte al suo rientro in Italia, una piccola folla che ha commosso gli azzurri, in particolare il ct e Simone Zaza, ancora scosso per aver sbagliato "il rigore più importante della mia carriera". Erano poche decine a Malpensa quando Conte partiva per la Francia fra lo scetticismo. Ventisei giorni più tardi, dopo il ko ai rigori con la Germania, all'aeroporto si è moltiplicata l'accoglienza. Si è preso qualche applauso anche la Nazionale di basket per sordi, bronzo europeo in Grecia. Ma si è scatenata la bolgia quando sono spuntati i primi azzurri del calcio. L'ormai nuovo allenatore del Chelsea ha fatto fatica a trattenere il pianto districandosi fra i tifosi che scandivano il suo nome. "Grazie, grazie, grazie", ha ripetuto più volte, scortato dalle guardie del corpo fino all'auto. Poi ha abbassato il finestrino asciugandosi le lacrime: "Grazie anche a nome dei ragazzi. Questa accoglienza è importante, non dimenticherò mai questa emozione". Zaza invece si porterà "dentro per tutta la vita" il rigore spedito alto. "Mi spiace aver deluso gli italiani", ha detto schiacciandosi gli occhi per trattenere le lacrime. "Sbaglia solo chi ha coraggio", lo ha rincuorato un tifoso e Zaza, con la voce rotta dalla commozione, ha continuato: "Non posso farci niente - ha detto - stavamo facendo una cosa straordinaria. Non è giusto che un episodio cancelli quello che abbiamo dato". Così finisce l'era Conte. "Ci ha dato un'impronta importante, con lui siamo andati oltre i nostri limiti", il messaggio di Zaza. "Dobbiamo essere intelligenti nel perseguire questa strada", la convinzione di Leonardo Bonucci. "Perdiamo un campione: ha costruito una macchina da guerra", ha commentato Emanuele Giaccherini, uno dei fedelissimi dell'ormai ex ct a cui succederà Giampiero Ventura. "Bisogna ripartire con lo stesso spirito e la stessa intensità", è sicuro Marco Parolo, acclamato in particolare dai ragazzini della scuola calcio che porta il suo nome nella sua città, Gallarate, a due passi da Malpensa. "Questa Nazionale - ha sorriso l'allenatore che accompagnava i giovani, Alam Acosta - è fra le più belle dal 2006".

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