Dieci azioni urgenti per decarbonizzare il settore dei trasporti, responsabile, in Italia e in Europa, di circa il 28% delle emissioni totali.
Questo quanto chiedono Legambiente, Wwf Italia, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Cittadini per l'Aria e Transport&Environment in un documento inviato ai ministri competenti del governo italiano, Luigi Di Maio, dello Sviluppo Economico, Sergio Costa, dell'Ambiente e Danilo Toninelli, delle Infrastrutture e dei Trasporti.
"Gli obiettivi del Piano Energia e Clima 2030 sono insufficienti. Servono target più ambiziosi", scrivono le sei associazioni ambientaliste italiane.
"Il nostro Paese - sottolineano gli ambientalisti - ha inviato alla Commissione Europea il Piano Nazionale Energia e Clima (Pniec2030), che dovrebbe tracciare la road map della decarbonizzazione da qui al 2030. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, il documento non coglie l'urgenza del cambiamento e manca di una visione di lungo periodo, che si rispecchia in scelte poco adeguate che potrebbero costituire un ostacolo anziché un incentivo".
Tra le principali richieste: il divieto di vendita dei veicoli endotermici entro il 2030; la promozione di veicoli elettrici ("lo share previsto è di 6 milioni di auto elettriche, ma di queste sono 1,6 milioni sono pure, i rimanenti 4,4 milioni modelli ibridi"); lo stop dei sussidi fossili ambientalmente dannosi, "soprattutto - dicono le associazioni - per quanto riguarda il gas naturale, che nel settore gode di ingenti agevolazioni fiscali e che risulta 'pericoloso' in quanto può attrarre investimenti che potrebbero essere usati per incentivare le energie pulite".
Le associazioni ricordano che per rispettare l'obiettivo di diminuzione del 33% di emissioni rispetto ai livelli del 2005, l'Italia deve tagliare 23 milioni di tonnellate nel settore trasporti al 2030, mentre le restanti 77 milioni di tonnellate di CO2, dovranno essere portate a zero entro il 2050 al più tardi.