ROMA - A due settimane dall'introduzione del Certificato di proprietà digitale (Cdp) dell'auto, ''fare un passaggio di proprietà è diventato molto più complesso'' e ''i fogli da stampare per effettuare un passaggio non sono scomparsi, ma sono passati da 1 ad almeno 5''. Le critiche alla rivoluzione digitale introdotta dall'Aci e partita lo scorso 5 ottobre arrivano da Ottorino Pignoloni, segretario nazionale Unasca Studi.
''Innanzi tutto - precisa una nota dell'Unione autoscuole e studi di consulenza automobilistica - è stato introdotto un pezzo di carta in più, la delega, che il proprietario del veicolo deve firmare per la stampa dello stesso Cdp (2 pezzi di carta) su cui redigere l'atto di vendita, che poi sarà autenticato dalle Agenzie abilitate o dal Pra o dalla Motorizzazione".
"Inoltre i fogli complessivi da stampare per portare a termine il passaggio sono passati da uno (che era il certificato che non viene più consegnato) ad almeno cinque - continua Pignoloni -: uno per la delega, due per il Cdp (stampato come atto di compravendita), poi l'allegato A che contiene le informazioni aggiuntive all'atto di compravendita ed infine la fotocopia del documento del delegante''.
"Tutt'altra cosa - precisa Pignoloni - rispetto ai circa 30 milioni di fogli che si sarebbero dovuti risparmiare secondo l'Aci". Oltre ai ''maggiori tempi di lavoro per gli operatori e di attesa per gli utenti'' che, comunque, ''continuano a pagare 27 euro per un documento che prima veniva loro consegnato e ora non più, senza risparmiare nulla''.
E le complicazioni, secondo Unasca, sarebbero anche maggiori ''quando la compravendita dell'auto è a favore di un concessionario che a sua volta la rivende''.