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Auto: Covid dimezza vendite, a maggio -56,8% Europa

Acea, nei cinque mesi -42,8%

Redazione ANSA TORINO

Nel mese di maggio in Europa Occidentale (Ue+Uk+Efta) sono state immatricolate 623.812 auto rispetto a 1.444.173 dello stesso mese del 2019. Il calo è del 56,8%. Il totale del periodo gennaio-maggio è 3.969.714, pari a una contrazione del 42,8% sullo stesso periodo dell'anno scorso.
I dati sono dell'Acea, l'associazione del costruttori europei.
Il mercato che registra il peggior risultato è il Regno Unito (-89%), seguito da Spagna (-72,7%), Francia (-50,3%), Italia (-49,6%) e Germania (-49,5%).   

Auto: Fca, a maggio -56,6% vendite in Europa
Il gruppo Fca ha immatricolato a maggio in Europa Occidentale (Ue+Uk+Efta) 44.099 auto a fronte delle 101.498 dello stesso mese del 2019, il 56,6% in meno. La quota è stabile al 7,1%. Da inizio anno le auto vendute dal gruppo sono 225.592, pari a un calo del 49,9% con la quota che scende dal 6,5 al 5,7%. A maggio Jeep ottiene un risultato migliore rispetto alla media del mercato e aumenta quindi la propria quota (1,2%, +0,1%i) mentre mantengono gli stessi livelli di quota Fiat (5,2%, +0,1 punti%), Alfa Romeo (0,3%) e Lancia (0,4%). Per quanto riguarda i mercati Fca raggiunge in Germania, grazie soprattutto al programma commerciale 'Di più' la quota più alta dall'aprile 2009: a maggio - a fronte di un calo del mercato del 49,5% - ottiene una quota del 5,7% (+2,2%) e Fiat del 5,1% (+2,1%). Anche nel Regno Unito Fca fa meglio della media del mercato: a fronte di un calo complessivo dell'89%, incrementa la quota di 0,2 punti percentuali (ottenendo il 2,3% del mercato). Bene anche tutti i marchi presenti: Fiat 1,6% (+0,1%); Jeep stabile allo 0,4% e Alfa Romeo 0,2% (+0,1%). Positivo risultato in Polonia: anche in questo caso Fca fa meglio della media del mercato (-55,2%) incrementando la quota di 0,2 punti percentuali e ottenendo il 3,7%. Bene tutti i marchi presenti: Fiat 2,6%, +0,1 punti percentuali; stabili Alfa Romeo allo 0,3% e Jeep allo 0,7%. Pur essendo il segmento A tra i più colpiti dalla pandemia (-64,9% a maggio) i modelli Fca ottengono risultati positivi. La Panda è l'auto più venduta del mese con una quota del 18,9% (+4,3% rispetto a un anno fa) e alle sue spalle si posiziona la 500: insieme, le due vetture detengono il 35,8% di quota, miglior maggio di sempre dal lancio commerciale dei due modelli. Nel segmento C positivi i risultati di Tipo (3,8% di quota in aumento dello 0,5%) e di Giulietta: quota allo 0,8%, + 0,2%. Migliore rispetto alla media di mercato del segmento D il risultato ottenuto da Giulia (1,15% di quota, +0,1%), così come migliorano nelle loro categorie le Jeep Compass (3,1% la quota, 0,6%) e Wrangler (1,2%, +0,3%). Nei cinque mesi Fiat raggiunge una quota del 4,1%, Jeep dello 0,9%, Lancia dello 0,4% e Alfa Romeo dello 0,3%.

Auto: Promotor, maggio catastrofico e previsioni negative
"Il 2020 era iniziato sottotono per l'indebolimento della congiuntura economica, ma le perdite di immatricolazioni nei primi due mesi dell'anno sono state del 7,3%. Poi è arrivato il calo del 51,8% di marzo, seguito da quelli del 78,3% di aprile e del 56,8% di maggio". Lo sottolinea il Centro Studi Promotor che parla di "dato catastrofico" e "prospettive tutt'altro che positive". "Non è pensabile - spiega - un rapido recupero spontaneo perché la ripresa delle attività economiche dopo la quarantena è lenta, l'economia è stata colpita pesantemente, la capacità di spesa dei privati e delle aziende ha subito forti contrazioni, interi comparti della domanda di auto sono in profonda crisi, come, ad esempio, quello del noleggio a breve termine" "In questo quadro - afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - ovunque in Europa si studiano e si adottano misure per il rilancio della domanda di auto che puntano su incentivi all'acquisto e cominciano a cadere le pregiudiziali ideologiche contro gli incentivi alle auto con alimentazioni tradizionali, che in tutti i paesi costituiscono la quasi totalità della domanda. In Italia i provvedimenti finora adottati, e in particolare il Decreto Rilancio, non prevedono incentivi per le auto Euro 6. Un emendamento presentato dall'onorevole Gianluca Benamati contempla incentivi alla rottamazione anche per vetture Euro 6 virtuose in termini di emissioni. La sorte del mercato italiano dell'auto nel prossimo futuro pare legata a questo emendamento e all'entità dei fondi destinati a finanziarlo".

Auto: Anfia, nuova frenata mercato anche se inferiore
"A maggio, nonostante il progressivo allentamento delle misure emergenziali di contenimento del Covid-19 e la riapertura dei concessionari in molti Paesi, il mercato auto europeo subisce un'altra brusca flessione (-56,8%), seppure inferiore rispetto a quella di aprile (-78,3%)". Lo afferma Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia.. "Ciascuno dei 27 Paesi europei (incluso Uk) - spiega - ha chiuso nuovamente il mese in calo a doppia cifra. Tra i major market, registrano la contrazione peggiore Regno Unito (-89%) e Spagna (-72,7%), mentre le vendite sono diminuite di circa la metà in Francia (-50,3%), Italia (-49,6%) e Germania (-49,5%). Nel mese, i cinque major market pesano per il 67% del mercato auto complessivo, mentre la loro quota a maggio 2019 era del 72%, e registrano una diminuzione delle immatricolazioni del 59,5%. Nei primi cinque mesi dell'anno, il mercato ha subìto una perdita complessiva di quasi 3 milioni di auto. Di fronte a una situazione tanto grave, mentre la Germania ha varato misure di sostegno al mercato, la Francia un vero e proprio piano di rilancio del settore automotive da 8 miliardi di euro per garantire al Paese una posizione di punta nell'industria della mobilità di domani e la Spagna ne ha recentemente annunciato a sua volta uno, gli altri Paesi citati, tra cui l'Italia, tardano a intervenire in maniera simile. E questo ritardo si paga anche in termini di perdita di vantaggio competitivo, a maggior ragione visto che gli interventi non stanno seguendo un'unica regia a livello Ue, come sarebbe stato auspicabile"

Auto: Unrae, assordante silenzio istituzioni italiane
"Purtroppo la mera riapertura delle concessionarie non basta a far ripartire la domanda: il potere di acquisto dei consumatori, già falcidiato dal lockdown per i lavoratori non garantiti, rimane depresso per tutti a causa dell'incertezza sul futuro e del regime ridotto (quasi nullo, in alcuni ambiti) al quale viaggiano ancora interi settori dell'economia. E la propensione delle aziende agli investimenti, in questa situazione, è quasi azzerata". E' il commento di Andrea Cardinali, direttore generale dell'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere. "Nella gravissima crisi dell'industria automotive che accomuna tutta Europa - continua Cardinali - l'Italia si distingue dagli altri principali mercati per l'assenza di misure statali di sostegno alla domanda, nonostante l'insostituibile contributo della filiera automotive in termini di Pil, di occupazione e di gettito fiscale. Nelle ultime settimane, massicci piani di aiuto alla filiera automotive sono stati approvati in Francia (per € 8 miliardi) e Germania (per € 4,5 miliardi). L'altro ieri il Governo spagnolo ha presentato un ambizioso piano da € 3,75 miliardi. Nel frattempo anche il Governo britannico discute i dettagli di un proprio programma". L'Unrae ribadisce "l'assoluta necessità di un improcrastinabile intervento "verticale" da parte del Governo italiano, con provvedimenti specifici per il settore automotive che ne rilancino la domanda, anche per il ruolo ancora più centrale nella mobilità che l'auto avrà nell'era del distanziamento sociale".

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