Il contenuto del Piano Colao sul settore dell'automotive sta generando perplessità negli addetti ai lavori, perché ad primo esame l'attenzione sembra essere stata rivolta ai mezzi per il trasporto pubblico, ai veicoli merci e alla sola mobilità green - idrogeno compreso - che avrà ricaduta su aziende e operatori solo a medio temine.
''Per quanto riguarda l'attenzione al settore dell'auto - ha detto Gianprimo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor - il Piano Colao fa il paio con il decreto rilancio.
Sia il Piano che il decreto sembrano partire dal presupposto che i problemi del settore auto in questo momento si risolvano incentivando l'acquisto di modelli elettrici. La scelta della mobilità elettrica è ormai irreversibile, ma la transizione sarà inevitabilmente lenta ed oggi le case automobilistiche hanno la necessità assoluta di sostenere la vendita di vetture Euro 6 a benzina e diesel''.
Quagliano, al riguardo, ha precisato che ''questa è la sola strada percorribile per ottenere fatturati in grado di sistemare i conti delle case auto e metterle in grado di continuare ad investire massicciamente sull'auto elettrica''. Il presidente del Centro Studi Promotor ha anche aggiunto che ''alle omissioni del decreto rilancio potrebbe aver posto rimedio l'emendamento presentato Gian Luca Benamati per conto del Pd, di Leu e di Italia Viva che, oltre a prevedere un deciso sostegno alla mobilità elettrica, prevede anche incentivi alla rottamazione per chi compra auto Euro 6, che tra l'altro hanno livelli di emissioni molto contenuti''. L'auspicio del Centro Studi Promotor è dunque che ''l'emendamento Benamati venga recepito nella conversione in legge del decreto e che analoga sensibilità si manifesti nel processo di passaggio del Piano Colao dal sogno alla realtà''.