Nonostante il miglioramento della situazione in tutto il Paese e la riapertura del 90% delle concessionarie monomarca, c'è ancora incertezza in Cina su quelle potranno essere le conseguenze del coronavirus sul mercato delle auto e dei veicoli leggeri per trasporto persone. L'Associazione Cinese dei Produttori di Automobili (CAAM) citando le diffuse incertezze causate dalla pandemia, si è infatti rifiutata di aggiornare le sue previsioni sulle vendite nel 2020, mentre un'altra organizzazione - la China Passenger Car Association (CPCA) - ha delineato uno scenario ottimistico, in cui viene ipotizzata una diminuzione attorno al 10%. Mentre oltre il 90% dei rivenditori in franchising cinesi ha riaperto da lunedì, il traffico nelle showroom ha raggiunto appena il 53% dei livelli normali. Inoltre il 53% dei rivenditori intervistati ha espresso una valutazione pessimistica sulle vendite di auto nei prossimi tre mesi.
A causa del blocco nelle attività produttive e distributive causate dall'epidemia, le vendite al dettaglio di nuovi veicoli passeggeri sono precipitate a febbraio dell'82% arrivando a circa 250mila unità generando nei primi due mesi dell'anno un volume complessivo di circa 2 milioni, cioè inferiore del 41% rispetto al 2019.
La CPCA prevede che le vendite di nuovi veicoli torneranno alla normalità nella seconda metà del 2020 compensando parzialmente il netto calo del primo semestre, per cui le vendite di auto arriveranno a fine anno a 18,7 milioni, con un calo del 9,7% rispetto al 2019. L'unica previsione fatta invece da CAAM è quella relativa alle consegne complessive di veicoli veicoli (auto e veicoli commerciali leggeri) che scenderanno del 25% nei primi sei mesi.