ROMA - Agli europei, italiani compresi, sembra tornata la voglia di fare le vacanze con una casa su ruote, almeno a giudicare dai numeri di vendita fatti registrare nel 2016 da camper e roulotte. Secondo un'analisi effettuata da Federpneus sulla base dei dati diffusi dalla European Caravan Federation, con 5.000 pezzi il nostro mercato in tale periodo ha confermato per volumi l'ottavo posto della graduatoria europea, sul cui podio figurano nell'ordine la Germania con 54.833 mezzi, davanti al Regno Unito con 35.923 e alla Francia con 27.443. Con la sua crescita del 6%, il nostro mercato ha mostrato, quindi, di seguire l'andamento europeo, generalmente positivo (sole eccezioni con segno negativo Austria e Slovenia, rispettivamente con -6,7% e -8,3%). Le 5.000 unità del 2016 seguono le 4.718 unità del 2015, è rappresentano l'anno più positivo per il settore dal 2012. L'elaborazione effettuata dall'Associazione Nazionale dei Rivenditori Specialisti di Pneumatici evidenzia, poi, nel Vecchio Continente crescite a più velocità, con il Nord e il Centro Europa più sensibili al fenomeno. La nazione che nel 2016 è riuscita a incrementare maggiormente le immatricolazioni è risultata la Svezia, con 8.808 unità ha messo a segno un +22,3%.
Sul podio per crescita, dietro il Paese scandinavo si sono classificate la Germania (+16,4%) e la Spagna (+14,7%, 4.077 unità). A seguire sono risultati il Belgio (4.973, +10,7%), la Danimarca (2.697, +9,5%), la Francia (+8,3%), il Regno Unito (+7,0%) e l'Olanda (7.522, +6,9%). L'Italia, appunto ottava per vendite, si è classificata quanto ad aumento dei volumi al nono posto. Un mercato quello di camper e roulotte, in cui l'industria nazionale in generale e Fiat in particolare vantano la leadership. Nel 2016 infatti, il Ducato, vincitore per la nona volta consecutiva del premio ''Miglior base per i camper'', ha contato per il 73% delle 95.000 immatricolazioni europee.
Nella sua analisi, Federpneus ha messo in evidenza alcuni aspetti legati alla ripresa del settore in Italia, che fa seguito a una pesante flessione dovuta alla crisi economica degli scorsi anni, imputabile - si legge nella nota di commento alla ai dati - principalmente ''alla diminuzione del potere d'acquisto delle famiglie derivante dalle difficoltà di accesso al credito al consumo, all'aumento dell'Iva e all'incremento del prezzo del carburante''. Il mercato che è già ripartito nel 2015, quando si è registrato il primo segno positivo (+2%) nelle immatricolazioni dopo vari anni negativi, per volumi ''resta ancora lontano dai livelli ante crisi (17.939 immatricolazioni nel 2007), - chiarisce Federpneus - ma è decisamente migliore dei dati relativi agli ultimi cinque anni''.