Sul tema dell'immigrazione, "è stato
fatto un passo avanti a livello europeo. Si comincia a capire
che la migrazione è un problema europeo e non italiano. E quando
il cancelliere tedesco Olaf Scholz dice di comprendere gli
accordi che abbiamo raggiunto con l'Albania e di seguirne da
vicino l'attuazione, significa che anche in Germania si comincia
a pensare in modo diverso rispetto al passato. Perché se non si
affronta il problema della migrazione primaria, non si può fare
nulla per quella secondaria". Lo ha detto il ministro degli
Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista al tedesco Die Welt, a
pochi giorni dal vertice tra Italia e Germania a Berlino.
Sull'accordo con l'Albania, il vicepremier ha spiegato che "non
si tratta di ridurre il numero degli arrivi, ma di garantire più
spazio per accogliere le persone. Perché c'è il rischio che il
loro numero continui a crescere a causa della guerra in Medio
Oriente. Questo meccanismo significa anche un maggiore controllo
su chi arriva nell'Ue. Infine, è anche una questione di
sicurezza interna. Anche il terrorista che ha compiuto
l'attentato a Bruxelles aveva raggiunto l'Ue attraverso il
Mediterraneo e Lampedusa". In vista delle elezioni europee, il
leader di Forza Italia ha quindi ribadito la sua contrarietà a
una coalizione del Ppe con il gruppo di destra Identità e
Democrazia (Id): "Non è possibile fare alleanze con Marine Le
Pen (del Rassemblement National francese) e con l'AfD (il
partito di estrema destra tedesco, ndr), che sono membri
importanti dell'Id, perché non credono nell'Ue e nella Nato.
Hanno posizioni politiche fondamentalmente diverse dalle nostre.
E non mi piacciono i loro temi", ha sottolineato. Secondo
Tajani, dunque, dopo il voto di giugno "l'unica alleanza
possibile è quella tra il Ppe, i socialdemocratici, i liberali e
il conservatore Ecr", il gruppo di cui fa parte anche Fratelli
d'Italia di Giorgia Meloni. "L'Ecr è parte integrante delle
istituzioni europee, qualcosa di completamente diverso dall'Id",
ha concluso.
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