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Brexit: sprint finale, Cameron si aggrappa a Jo Cox

Brexit: sprint finale, Cameron si aggrappa a Jo Cox

Per anti-Ue è strumentalizzazione, ma perdono pezzi

20 giugno 2016, 22:04

Redazione ANSA

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Brexit: sprint finale, Cameron si aggrappa a Jo Cox © ANSA/AP

LONDRA - La commozione, il ricordo, il tributo. Ma anche l'eredità politica. E' tutto o quasi tutto nel segno di Jo Cox il primo giorno della settimana della verità verso l'appuntamento della Gran Bretagna con la storia: il referendum sull'Ue, dentro-o-fuori, di giovedi' 23. Il premier conservatore David Cameron rende omaggio alla deputata laburista uccisa raccogliendo, in un clima di unità nazionale, il testimone dal capo dell'opposizione Jeremy Corbyn fra i banchi gremiti dei Comuni. Ma fuori dalla Camera, oltre le rose bianche del lutto appuntate senza distinzioni di schieramento, la polemica riprende vigore: e il fronte euroscettico, che in queste ore perde qualche pezzo di pregio, lo accusa apertamente di strumentalizzare la morte della parlamentare, e l'emozione che ha investito il Paese, per rilanciare il fronte del sì all'Europa (Remain) ai danni di quello del no (Leave).

 

La partita del voto è ancora aperta, pare. Ma l'inerzia che fino a giovedì scorso sembrava sospingere gli anti-Ue ha cambiato verso. Gli ultimi sondaggi, anche se solo in parte condotti dopo l'assassinio della Cox a Birstall (West Yorkshire) per mano di Tommy Mair, un balordo 52enne imbevuto di odio e in contatto con gruppuscoli di estrema destra, oscillano di nuovo in direzione dello status quo: rianimando i signori del mercati, in genere contrari alla Brexit, e spronando i bookmaker. Il premier ammette tuttavia di dover "perorare meglio la causa dell'Ue". E per farlo cerca un angelo custode proprio in Jo Cox. Non tanto nella commemorazione solenne della House of Commons: composta, istituzionale, fatta per volare alto fra dolore sincero ed elogi bipartisan nel ricordo di una giovane donna che ha speso "la sua vita per gli altri" (Corbyn); "ha cercato di migliorare il mondo" (Cameron); ha sposato cause nobili (dai migranti, alla Siria, alla lotta all'islamofobia e al razzismo, oggetto di un ultimo rapporto a cui lavorava); e che non può che ispirare un "no all'odio" (ancora Cameron) e un sì a "una politica più mite e gentile" (ancora Corbyn). Quanto semmai nel dibattito, televisivo e online, ripreso inevitabilmente in forma conflittuale a tre giorni dal voto.

 

E così è su Twitter che il premier allega il link d'un appassionato articolo scritto dalla Cox pochi giorni prima di morire in difesa del legame con Bruxelles: visto come garanzia di accoglienza. Cameron vi aggiunge poche parole per rimarcare che Jo Cox "ci manca tanto", ma anche che la sua resta "una voce forte". Una voce forte pro-Ue, va da sè. Per Nigel Farage e' troppo. Finito nella bufera per un poster anti-immigrazione considerato di sapore razzista persino da alcuni euroscettici, il leader populista dell'Ukip riprende il microfono per difendersi (quel poster "fotografa la realtà, il razzismo non c'entra", giura), ma soprattutto per bollare come "ignobile" l'operazione del primo ministro. Il fronte Remain, tuona, è così "spaventato" da voler strumentalizzare la vittima di un omicidio e da collegare un delitto commesso da un killer allucinato con "milioni di elettori" che legittimamente vorrebbero "uscire dall'Ue". Quegli elettori a cui, pur restando fuori dal botta e risposta, torna a rivolgersi dalle colonne del Telegraph pure il conservatore 'ribelle' Boris Johnson, popolare ex sindaco di Londra, incoraggiandoli a "fare la storia" e a restituire "a un grande Paese il controllo del suo destino".

 

Il fronte Leave deve tuttavia fare i conti con il forfait della baronessa Sayeeda Warsi, ex presidente dei Tory ed euroscettica storica, che addirittura passa armi e bagagli con i Remain: indignata, lei che ha origini pachistane, dall'abuso del dossier migranti e dai toni "xenofobi" attribuiti a Farage e non solo. In favore dell'Ue si moltiplicano del resto gli appelli di prestigio, o di peso, a livello nazionale e internazionale: fra gli altri di 10 premi Nobel per l'Economia che evocano guai per gli investimenti, l'occupazione, la sterlina e giù giù fino al costo di viaggi e vacanze per i sudditi di Sua Maestà in caso di Brexit. O ancora del patron di Virgin, sir Richard Branson, del boss della Premier League di calcio Richard Scudamore, della Ford (che ha scritto ai suoi 14.000 dipendenti britannici per metterli in guardia dal timore delle perdite miliardarie di un dopo-Ue). Mentre JK Rowling, la 'mamma' di Harry Potter, sfoga sul web tutta la sua repulsione verso una campagna referendaria "brutta, aspra e divisiva", giocata sul tentativo di risvegliare "i mostri della paura" fra la gente. E io - avverte l'autrice di best seller - "so come si crea un mostro".

 

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