Nel 2013 l'Italia era al 13mo posto della classifica dei Paesi più riformatori. Nel 2015, ha recuperato circa la metà delle posizioni, arrivando al settimo posto. "A giudicare dal suo costante basso punteggio nella valutazione generale della salute del Paese (al 18mo posto nel 2015 e 2014), l'economia italiana è quella presenta le maggiori sfide strutturali. Con il premier Renzi l'Italia si muove finalmente nella direzione giusta", scrive il Lisbon Council.
Il tasso di attuazione delle riforme raccomandate dall'Ocse è passato dal 32% del 2010-2013, al 55% del 2014-2015. "Negli ultimi due anni, l'Italia è quindi stata il 'reform leader' tra i 21 Paesi presi in considerazione" (Eurozona più Svezia, Gb e Polonia, ndr), si legge nel rapporto. "Nessun altro Paese ha introdotto più riforme pro-crescita negli ultimi due anni", conclude.
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