BRUXELLES - L'Europa deve cambiare il suo passo a favore della crescita: serve un disegno strategico, di sola tattica si muore. Matteo Renzi lancia il suo ultimatum alle istituzioni di Bruxelles, ancora scosse nel profondo dallo storico successo del Front National alle regionali francesi di ieri. "L'Europa deve cambiare. Se non cambia il suo corso - attacca il premier in un post in inglese su Facebook - le istituzioni europee rischiano di diventare i migliori alleati di Marine Le Pen e di coloro che vogliono imitarla. Credo - aggiunge - che sia arrivato il momento di guardare in faccia la realtà: di sola tattica si muore. Senza un disegno strategico, soprattutto sull'economia e la crescita, i populisti vinceranno prima o poi anche alcune elezioni politiche nazionali".
Un concetto forte e chiaro che giunge nell'ennesimo 'day after' che i palazzi di Bruxelles vivono ormai sempre più spesso all'indomani delle consultazioni elettorali negli Stati membri. Voti che puntualmente minano il percorso della costruzione europea e la collaborazione tra le grandi famiglie politiche che sta alla base della Commissione Juncker. L'exploit di Marine Le Pen era atteso, ma probabilmente non con queste dimensioni.
L'ultima sberla, poco tempo fa, era arrivata dal successo dell'ultradestra polacca. Per fermare l'ondata populista, spiega il presidente del gruppo S&D, Gianni Pittella, l'Europa deve mettere "la parola fine alla cieca austerità". Lo stesso concetto ribadito da Roberto Gualtieri, influente presidente della Commissione economica: "Solo con un vero e proprio cambio di passo nella strategia Ue per la crescita e l'occupazione potremo dare una risposta efficace alle tendenze populiste e restituire fiducia ai cittadini europei". In attesa di questa svolta, l'Ue resta per ora in un vicolo cieco, stretta tra la minaccia del Regno Unito di abbandonare l'Unione e le crescenti difficoltà, a partire dalle enormi difficoltà sul fronte dei ricollocamenti dei migranti o dalle divisioni in politica estera nella crisi siriana. Per non parlare delle persistenti difficoltà sul fronte della crescita economica, ancora debole.
Uno scenario difficile che sta rafforzando ovunque il fronte euroscettico e fa aumentare le incognite sulla capacità di tenuta nell'immediato futuro dell'intera costruzione europea. Ne è consapevole la presidente della Camera Laura Boldrini che oggi, dopo aver incontrato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, e l'Alto Rappresentante, Federica Mogherini, ha esortato l'Unione ad agire, puntando su una maggiore integrazione politica e sociale: "Stando fermi si fa un favore a chi vuole disgregare l'Ue e ciò che abbiamo ottenuto in questi 60 anni. E' il momento di agire in modo efficace. Serve una Ue 2.0 - ha insistito Boldrini - che ripensi la sua politica economica".
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