La ricerca rivela come il 40 per cento dei ragazzi non utilizzi password per proteggere i propri dispositivi mobili e come un altro 41 per cento la aggiorni apportando solo minimi cambiamenti. Un altro 53 per cento dei ragazzi non controlla mai i requisiti di autorizzazione per installare nuove applicazioni mobili, il 25 per cento non esegue il log out dopo aver utilizzato un'applicazione, il 40 per cento non utilizza alcun sistema di blocco del proprio dispositivo mobile, il 52 per cento dichiara di mantenere apposta basso il livello di sicurezza del proprio dispositivo per renderne più agevole l'accesso. Uno dei rischi maggiori, secondo gli autori dello studio, è quello del furto di identità online, problema agevolato dal fatto che più della metà dei ragazzi (54 per cento) naviga su siti Internet che richiedono l'identificazione tramite piattaforme come Facebook o Google. A questo va aggiunto il contenuto altamente personale degli smartphone, visto che ben il 96 per cento dei ragazzi dichiara di avere registrato su di esso tutti i propri contatti nonché di tenere memorizzate foto e video personali.
Per questo gli esperti chiedono alle istituzioni Ue di predisporre una legislatura ad hoc e comune in Europa a fronte del mosaico di normative nazionali oggi in vigore. Inoltre, consigliano il coinvolgimento dei produttori di dispositivi mobili che dovrebbero predisporre metodi più semplici di protezione da parte degli utilizzatori.
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