Il Cluster del Cacao

Il cibo degli dei, dalle piantagioni ai cioccolatini

Redazione ANSA MILANO

(ANSA) - MILANO, 7 MAR - Cacao, cibo degli dei. Da millenni i Paesi delle aree tropicali e subtropicali del mondo considerano questo frutto simbolo di vita, fertilità ed energia. A Expo 2015 saranno loro, i sei principali Paesi produttori a raccontare come un piccolo frutto, quello della fava di cacao, si trasforma in cioccolato. Costa d'Avorio, Camerun, Cuba, Gabon, Ghana e il piccolo Sao Tomé e Principe racconteranno a modo loro il cacao, dove nasce, come lo si coltiva, come e dove viene prodotto, raccolto, trasportato, esportato.

Il cluster, con una superficie di 3.546 metri quadri, si ispira alle piantagioni e si sviluppa in sei pareti che corrispondono alla "facciata" di ciascun Paese. Ideato dagli architetti Fabrizio Leoni, Mauricio Cardenas, Isabella Vegni e Cesare Ventura, apparirà al visitatore "fragile": pannelli realizzati in tessuto leggero e chiaro e rivestimenti interni in vista. Una metafora della necessità di proteggere un prodotto prezioso. L'atmosfera, quella di una foresta tropicale in cui la luce del sole penetra a fatica.

Inizialmente il cluster doveva essere dedicato solo al cacao.

"Poi abbiamo convinto Expo ad aggiungere a tema del cacao il tema del cioccolato - ha spiegato il presidente di Eurochocolate, Eugenio Guarducci -. Perché sono due culture da valorizzare insieme, e ci sembrava giusto realizzare le condizioni per uno scambio culturale con i Paesi produttori che ancora non trasformano il cacao in cioccolato".

Ogni Paese declinerà il cioccolato con un tema specifico. Il Camerun racconterà le opportunità che si accompagnano alla sfida di un'alimentazione sana, la Costa d'Avorio focalizzerà l'attenzione sulla sostenibilità della produzione, Cuba sulla ricerca per la produzione di ibridi resistenti alle epidemie. Il Ghana affronterà il tema dei benefici del cacao, mentre il Gabon proporrà i metodi di trasformazione e il legame con la cucina tradizionale. Infine Sao Tomé e Principe, piccolo Paese insulare a largo della costa africana occidentale, racconterà un progetto pilota che concilia biodiversità e sfruttamento del cacao, garantendo una migliore qualità di vita alla popolazione con processi produttivi responsabili.

Eurochocolate coordinerà il cluster. "Punteremo l'accento sul tema della giusta remunerazione dei coltivatori diretti - spiega Gherarducci -. Spesso vivono in condizioni di povertà, la catena produttiva può e deve essere migliorata, per una più equa redistribuzione della ricchezza". Uno degli obiettivi del cluster è quello di condividere la tecnologia di produzione italiana con quella dei Paesi in via di sviluppo.

Nel cuore del cluster, un teatro: ospiterà ogni giorno show, dimostrazioni culinarie con i maestri cioccolatieri ed eventi per "raccontare" cacao e cioccolato. Sette format per un totale di 2 mila eventi, in cui sono state coinvolte oltre 150 realtà produttive del cioccolato.

A completare il cluster, gli street stand, 12 strutture destinate alla vendita e alla degustazione di prodotti a base di cioccolato, quindi la 'Fabbrica del cioccolato', dedicata alla scoperta delle fasi che scandiscono la lavorazione, e infine un Chocostore per raccontare il rapporto tra cioccolato e design.

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