Tutto comincia il 3 giugno, quando un gruppo di amici compra da rivenditori autorizzati l'alcool per fare la 'Maya', una bevanda del tutto simile all'acquavite, che doveva servire a "scaldare la serata". A partire dalle 18, la tragedia divampa in tutta la sua gravità. L'alcol adulterato consumato dalle vittime, si scoprirà solo dopo, era mescolato con metanolo. Il bilancio degli avvelenati da lunedì non smette di crescere. I decessi accertati sono 15, di cui 10 all'ospedale di Kenitra e 5 negli ospedali limitrofi. Nell'ospedale di Kenitra, da lunedì sera sono stati ricoverati in 157 con la prognosi di 'avvelenamento per consumo di alcool adulterato', di questi, in 20 sono state trasferiti all'ospedale di Rabat, in gravi condizioni.
Non è il primo caso di avvelenamento da metanolo: l'anno scorso, l'alcol contraffatto aveva causato sette morti a Meknes, nel Marocco centrale, e 19 a Ksar El Kebir, a Nord, vicino a Rabat, nel 2022. La legge marocchina vieta la vendita di alcolici ai musulmani, ovvero al 99% della popolazione del Paese, dove l'Islam è religione di stato. L'alcool è regolarmente venduto in bar, nei ristoranti o anche nei negozi autorizzati. La contraffazione a fini di lucro è diffusa anche se oggetto di attenzione da parte delle autorità marocchine.
(ANSAmed).
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