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Made in: Comi, Germania non europeista guida fronte 'no'

Redazione ANSA STRASBURGO
(ANSA) - STRASBURGO, 21 NOV - E' la Germania a guidare nel Consiglio Ue il fronte del 'no' alla proposta per il 'made in', sostenuta da Italia, Francia e Spagna. E' la denuncia lanciata dall'europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, che ricorda come venerdì scorso un blocco di paesi, guidato appunto dalla Germania, abbia frenato nuovamente l'avanzamento della proposta Tajani-Borg nella riunione dei rappresentanti permanenti dei 28 a Bruxelles. Con la Germania, a quanto si apprende, sono schierati una quindicina di paesi tra cui Svezia, Olanda, Gran Bretagna, e Finlandia. "Si critica tanto il nostro Paese in sede europea, ma è questo l'europeismo portato avanti dalla Germania" dice Comi.

"La battaglia per ottenere nuove regole sul 'made in', che l'Italia porta avanti con forza da anni, rischia ancora una volta di vedere uno stop per l'opposizione dei Paesi del Nord Europa - afferma la deputata Fi - A capo del fronte del 'no' c'è la Germania. La commissione Mercato interno del Parlamento, di cui sono membro, ha approvato lo scorso ottobre la nuova proposta di Regolamento relativa alla sicurezza dei prodotti di consumo presentata da Antonio Tajani, responsabile Ue per l'industria e Tonio Borg, commissario alla Salute. L'articolo 7 prevede l'indicazione di origine dei prodotti, ma anche stavolta, in seno al Consiglio, l'armata dei Paesi contrari sta bloccando la sua adozione".

"La presidenza del Consiglio, affidata alla Lituania, ha tentato venerdì scorso di presentare un compromesso che potesse far incontrare i due punti di vista divergenti - aggiunge la parlamentare che sabato prossimo a Milano parteciperà alla tavola rotonda 'Leggere l'etichetta' - Ma la contrarietà resta.

Da una parte ci sono i Paesi del Sud Europa, Italia, Spagna, ma anche la Francia, favorevoli al marchio d'origine. Contrari i Paesi del Nord con in testa la Germania".

Comi sottolinea l'importanza del provvedimento, che da quasi dieci anni rimbalza fra le istituzioni europee, ricordando che la tracciabilità dei prodotti è indispensabile per combattere la contraffazione dei prodotti, "un mercato del falso che vale 200 miliardi di euro l'anno a livello mondiale e 17 miliardi in Italia, con una perdita di 185 mila posti di lavoro". (ANSA).

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