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Migranti: Frontex, previsto nuovo forte flusso in Italia

Insieme impegno su rimpatri, ci sono inchieste su soccorsi ong

Redazione ANSA BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 15 FEB - Nel 2017 "è realistico dire che dobbiamo prepararci ad affrontare lo stesso numero di arrivi di migranti del 2016 sulla rotta del Mediterraneo centrale", dalla Libia verso l'Italia", circa 180mila. Lo spiega il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri all'ANSA. E al di là delle soluzioni di medio-lungo termine, che si concentrano sulla cooperazione con i Paesi africani, "nel breve termine, ciò a cui stiamo lavorando con l'Italia - spiega - è al rafforzamento delle registrazioni negli hotspot e ai rimpatri".

"Dobbiamo rafforzare la possibilità di effettuare i rimpatri, perché la maggior parte dei migranti in arrivo" in Italia, almeno il 60%, sono economici", afferma ancora Leggeri all'ANSA.

"Per questo - dice - dobbiamo essere pronti negli hotspot, per screening e identificazioni, in modo da raccogliere le prove per ottenere il laissez passer ed i documenti di viaggio dai consolati non Ue, per il loro rientro nei Paesi di origine. Con l'Italia ci stiamo impegnando su questo".

"Nonostante il forte dispiegamento di operazioni sulla rotta del Mediterraneo centrale, con la più alta concentrazione di uomini e mezzi mai vista, si è registrato il picco di migranti morti della storia, con oltre 4500 vittime stimate. Si tratta di un triste paradosso". Così il direttore esecutivo di Frontex alla conferenza stampa di presentazione del rapporto sull'analisi del rischio per i flussi migratori, per il 2017.

Leggeri spiega che il maggior numero di naufragi avviene ormai "vicino alla Libia, spesso in acque territoriali libiche", un'area dove Frontex non può operare. Questo perché c'è stato un "lento cambiamento nel modus operandi dei trafficanti", che trovandosi a corto di imbarcazioni e per mettere assieme crescenti profitti caricano a dismisura i dinghi. "Le imbarcazioni - sottolinea - non sono abbastanza equipaggiate per raggiungere una qualsiasi costa europea". Per questo Leggeri ha richiamato l'importanza di collaborare con la guardia costiera libica e con gli altri Paesi africani.

"Con molte organizzazioni non governative abbiamo ottimi rapporti e sono nostri interlocutori quotidiani, e per me non ci sono dubbi che non facciano cose sbagliate, ma so che in Italia sono aperte inchieste giudiziarie per capire meglio cosa accada in alcuni casi, con alcune barche non identificate che contribuiscono a operazioni di ricerca e salvataggio in mare".

Così Leggeri, che non ha aggiunto però dettagli, presentando l'Analisi del rischio sui flussi migratori per il 2017.(ANSA).

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