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Italia sotto esame Ue, Saccomanni spiega piani governo

Dijsselbloem rassicurato, ma mantenere consolidamento

Redazione ANSA

BRUXELLES - ''Siamo stati rassicurati dall'apprendere che il governo perseguira' un'ambiziosa agenda di riforme'' per la crescita, ma ''invitiamo il nuovo governo a mantenere il ritmo di consolidamento fiscale''. Cosi' il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem sull'Italia al termine di una riunione che ha visto ancora una volta il nostro Paese sotto esame. Il primo appuntamento europeo del neo ministro Fabrizio Saccomanni a Bruxelles e' un Eurogruppo con un'agenda 'light', piu' interessato ai piani del nuovo governo italiano che al seguito del dossier Cipro, a cui sblocca gli aiuti senza nemmeno discussione.

 

L'attenzione della riunione e' tutta per l'Italia, che deve rassicurare i suoi partner sulla tenuta dei conti e soprattutto sul percorso di rilancio di crescita e occupazione. E, da parte sua, cominciare a capire che margini di flessibilita' ci sono per svincolarsi dall'austerita' che ha tolto ogni margine di manovra. Il ministro Saccomanni arriva a Bruxelles per illustrare ai suoi colleghi le priorita' del governo in materia economica e per rassicurarli sul rispetto degli impegni presi dal governo Monti. Il rispetto quindi dei vincoli del deficit, che non sforera' piu' il 3%, e rispetto degli impegni a fare le riforme per rilanciare la crescita che si fatica a vedere. Ma l'Italia non fa alcuna mossa per ora, a parte assicurare che completera' i compiti che l'Europa le ha assegnato l'anno scorso.

 

Non si muove il nuovo governo perche' aspetta prima che la Commissione europea decida se chiudere o meno la procedura per deficit eccessivo, e lo fara' il 29 maggio, accompagnando il verdetto con una serie di 'raccomandazioni specifiche' che il Paese dovra' rispettare per non finire di nuovo sotto la lente di Bruxelles. Ma dopo il 29 maggio l'Italia sara' di nuovo tra le fila dei 'virtuosi' e potra' chiedere una maggiore flessibilita' sulla spesa pubblica, che rendera' piu' semplice il percorso di rilancio dell'economia. Quando la procedura sara' chiusa, sara' difficile per l'Europa opporre un 'no' alle richieste italiane.

 

A quel punto infatti il governo potra' far valere tutti i benefici di cui gode chi si trova nel 'braccio preventivo del Patto di stabilita'', ovvero chi rispetta i vincoli del Patto. Tale flessibilita' consente di mettere in cantiere 'investimenti produttivi' co-finanziati dalla Ue che non peseranno sul computo del deficit, e fare manovre 'anticicliche', cioe' mirate alla crescita. Altra flessibilita' l'Italia la cerca sul pareggio di bilancio, che ormai e' scritto nella Costituzione. Anche questo punto puo' essere 'interpretato', soprattutto perche' si parla di pareggio in termini strutturali e quindi al netto del ciclo economico e delle 'una tantum'.

 

Se l'Europa e' disposta a concedere all'Italia flessibilita' sulla riduzione del deficit, e quindi chiudera' un occhio se il percorso di discesa del disavanzo non sara' cosi' costante, non tollerera' pero' piu' rinvii sul fronte delle riforme. Bruxelles ha gia' piu' volte chiesto all'Italia un piano serio per rilanciare la crescita, e ancora non vede contenuti. Con un debito elevato come quello italiano, che gia' quest'anno sforera' il 130% del pil, l'Italia e' 'costretta' a crescere se vuole vedere ridotto il rapporto debito/pil. Del resto a Bruxelles lo ripetono da tempo: l'economia italiana ha raggiunto una debolezza strutturale, ed era debole anche prima della crisi, quindi la prima urgenza e' riguadagnare competitivita'.

 

 

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