Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Made in: eurodeputati, inaccettabile silenzio Italia

Lettera bipartisan a Monti e Moavero

Redazione ANSA STRASBURGO

STRASBURGO - Il governo italiano deve intervenire per non permettere che si fermi la battaglia per il 'made in', perche' ''non e' accettabile che l'Italia non faccia valere'' le sue ragioni. E si chiarisca se l'Italia si deve arrendere. Lo chiedono gli europarlamentari italiani con due lettere al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro per le politiche europee Enzo Moavero inviate dopo che martedi' scorso la Commissione europea ha deciso di ritirare il regolamento sull'etichettatura dei prodotti extra Ue. 

 

Nella lettera 'bipartisan' a Monti, che ha come primi firmatari Cristiana Muscardini (Ppe), Gianluca Susta (S&D) e Niccolò Rinaldi (Alde), i tre relatori italiani del regolamento approvato a larga maggioranza dalla plenaria di Strasburgo nell'ottobre 2010 ma poi rimasto bloccato in Consiglio, e' scritto che ''l'opposizione della Germania e dei paesi del nord Europa hanno impedito qualunque sereno approfondimento e proposta di onorevole compromesso''.

 

Si afferma che ''i governi italiani non hanno saputo, voluto o potuto intervenire con la necessaria decisione per risolvere un problema che grava in maniera negativa sul nostro settore manifatturiero, in modo speciale sulle Pmi''. Ed il testo conclude che ''non e' pensabile ne' accettabile che l'Italia non sia in grado di far valere oggettivi diritti che riguardano il futuro non solo del nostro paese, e di cui beneficerebbero i consumatori di tutti i paesi europei''.   

 

Il ritiro della proposta di regolamento e' stato fortemente criticato anche da Confindustria. Ed i parlamentari chiedono che il governo intervenga affinche' ''la Commissione presenti subito una proposta alternativa che sani la sperequazione esistente tra i paesi europei e gli altri paesi (tra cui Cina, USA, India, Giappone, Australia, Sudafrica) che obbligano i prodotti importati alla denominazione di origine''. 

 

''In caso contrario - conclude la lettera - desideriamo ricevere un segnale chiaro da parte del governo che ufficializzi non vi siano più le condizioni di proseguire questo impegno, uscendo così da un'ambiguità che finora non ha giovato né al nostro impegno parlamentare a favore del sistema Italia né soprattutto al mondo imprenditoriale''.

 

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Ultimo aggiornamento: