BRUXELLES - Formazione e ricerca sono due dei settori fondamentali per la crescita, ma la crisi colpisce gli stipendi degli insegnanti: tagliati o, nella migliore delle ipotesi, congelati in 16 paesi europei. Tra questi, l'Italia dove gia' il livello minimo medio per un professore delle medie (24.846 euro lordi l'anno) e' quasi la meta' del suo omologo tedesco (44.823 euro). I dati sono contenuti in un rapporto pubblicato dalla Commissione europea in coincidenza della Giornata Mondiale dell'Insegnante.
Il taglio piu' pesante e' stato inflitto nei quattro paesi costretti ad adeguarsi alle misure di austerity imposte dalla troika in cambio degli aiuti finanziari: -30% in Grecia; -13% per i nuovi assunti nel 2011 ed ulteriore taglio del 20% per quelli entrati dopo gennaio scorso in Irlanda; -5% in Spagna e Portogallo. -8% anche in Slovenia, dove il governo - pur non essendo sotto programma - ha operato un taglio lineare di tutti gli stipendi del settore pubblico.
Dallo studio della Commisione, esteso a 34 paesi europei (i 27 Ue piu' Croazia, Serbia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia), risulta che tra il 2011 e il 2012 in Italia la paga e' rimasta ferma cosi' come in Francia, Gran Bretagna, Bulgaria, Cipro, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Croazia e Lichtenstein.
Nella scuola primaria italiana il salario oscilla tra un minimo di 23.048 euro ed un massimo di 33.885, nelle medie inferiori tra 23.846 e 37.212, che salgono a 38.902 per gli insegnanti laureati delle medie superiori. Impietoso il confronto con la Germania: tra 40.142 e 53.496 la forbice nella scuola primaria, tra 44.823 e 59.451 alle medie inferiori, tra 48.484 e 66.853 alle medie superiori.
''La remunerazione e le condizioni di lavoro degli insegnanti - ha commentato la Commissaria europea per l'educazione, Androulla Vassiliou - dovrebbero essere una delle massime priorita' allo scopo di attirare i migliori verso questa professione. Ma non e' solo questione di paga: e' imperativo che le classi siano ben equipaggiate e che gli insegnanti possano dire la loro nella modernizzazione dei programmi e nella riforma dell'istruzione''.