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Accordo ministri su ripristino controlli frontiere Schengen

Pe: governi sbagliano, se necessario ricorso a Corte giustizia

Redazione ANSA BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 7 GIU - I ministri dell'Interno hanno raggiunto oggi all'unanimita' un accordo sul progetto di riforma del trattato di Schengen che introduce la possibilita' di ristabilire temporaneamente i controlli alle frontiere interne in caso di eccessive pressioni migratorie sulle frontiere esterne. Lo ha reso noto la presidenza di turno danese dell'Ue.

La Commissaria Ue per gli affari interni Cecilia Malmstrom si e' detta ''delusa per la mancanza di ambizione europea'' mostrata dai Paesi membri.

L'intesa, a quanto si e' appreso, prevede che il ripristino dei controlli sui confini 'interni' per un periodo di sei mesi, prolungabile per altri sei mesi, nel caso in cui, a causa di circostanze eccezionali, non siano piu' assicurati adeguati controlli sulle frontiere esterne. Il testo su cui oggi a Lussemburgo i ministri hanno raggiunto l'accordo escluderebbe inoltre il Parlamento europeo dalle procedure di verifica e monitoraggio dell'applicazione del trattato con cui e' stata decretata l'abolizione delle frontiere interne tra i Paesi firmatari.

Il trattato di Schengen gia' oggi prevede la possibilita' di sospendere temporaneamente l'abolizione dei controlli alle frontiere per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, come avvenuto a piu' riprese per eventi sportivi e vertici di capi di Stato e di governo. Ma e' stato sopratutto dopo lo scontro avvenuto tra Italia e Francia in seguito alle ondate migratorie che dal Nord Africa si sono riversate sulle coste della Penisola che ha preso corpo il progetto di prevedere la possibilita' di reintrodurre i controlli in maniera piu' 'strutturata'.

I governi hanno preso una direzione sbagliata nella riforma della governance di Schengen che consente il ripristino dei controlli alle frontiere per sei mesi in caso di ''eventi eccezionali'' e dovranno dare spiegazioni al Parlamento europeo.

E' la presa di posizione della Conferenza dei capigruppo, resa nota dal presidente dell'Eurocamera, Martin Schulz, che parla di ''profonda delusione'' e di ''comportamento controproducente''. ''La decisione presa durante il Consiglio dei ministri della giustizia ed affari interni europei di escludere il Parlamento europeo dalla procedura di codecisione prevista per la valutazione e il monitoraggio del trattato di Schengen rappresenta l'ennesima inaccettabile prepotenza dei governi''.

Ad affermarlo in una nota e' il vicepresidente vicario del Parlamento europeo e responsabile per la conciliazione legislativa, Gianni Pittella (Pd). ''La libera circolazione delle persone - sottolinea l'europarlamentare - è un diritto fondamentale che i trattati garantiscono ai cittadini dell'Unione europea ed il Parlamento europeo, anche alla luce delle novità introdotte dal Trattato di Lisbona ed in quanto istituzione democraticamente eletta dai cittadini, é l'attore maggiormente responsabile a doversi esprimersi su questi temi. Questa scelta - prosegue Pittella - conferma la sordità dei governi rispetto al grande tema del deficit democratico e la loro non curanza rispetto alla perdita progressiva di gradimento dell'Europa da parte dei cittadini: il trattato di Schengen é la bandiera dell'Europa e dunque su questa battaglia il Parlamento europeo dovrà andare fino in fondo anche ricorrendo alla Corte di Giustizia''.(ANSA).

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