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Allerta smog sempre alta, ancora stop auto a centro nord

Da Milano a Torino, e fino a Roma la morsa delle polveri sottili. Nella capitale tre giorni di stop

Redazione ANSA MILANO

Domina l'alta pressione sull'Italia del centro nord e peggiora la qualità dell'aria. L'allerta smog continua a rimanere alta. E le città adottano i blocchi della circolazione. A tenere banco è il 'caso' Roma, con 8 centraline su 13 che sforano il limite di legge giornaliero di Pm10 e dove infuria la polemica sullo stop ai diesel fino agli Euro6. Blocco previsto anche per mercoledì e giovedì.

"Pensare alla salute dei cittadini diventa una colpa", scrive su Facebook l'assessore ai Trasporti di Roma Pietro Calabrese. A Milano i nuovi divieti scattano in anticipo. "Siamo in emergenza", dice l'assessore alla Mobilità del capoluogo lombardo, Marco Granelli, che chiede alla Regione di affrontare l'emergenza smog in modo strutturale. Diciannove i giorni da quando, a Milano e nelle città della 'bassa' lombarda, sottolinea Legambiente Lombardia "si è cominciato a respirare ininterrottamente aria con livelli di polveri sottili mediamente doppi rispetto a quelli che la normativa europea considera tollerabili per la salute umana".

Smog da bollino rosso, stop auto dal nord a Roma

 

A Torino blocchi alla mobilità fino a giovedì 16 compreso con il rischio che il semaforo rosso diventi viola. L'allarme prosegue in Veneto, con il codice rosso anche a Treviso dopo dieci giorni consecutivi di superamento della concentrazione di 50 microgrammi per metro cubo di particelle Pm10. Scattate a Vicenza le misure contenute nell' ordinanza del sindaco Francesco Rucco che introduce l'obbligo di chiusura delle porte degli esercizi commerciali e degli edifici aperti al pubblico fino a nuova comunicazione. A Firenze e in provincia una nuova ordinanza stabilisce il blocco dei mezzi più inquinanti fino a sabato prossimo. Ma fermare le auto sembra non bastare neanche più, sottolinea Legambiente Lombardia in una lettera aperta al sindaco di Milano Giuseppe Sala. "Per rendere le misure più efficaci occorre fare i conti con le emissioni dell'attuale parco auto.

Se è vero che i diesel, specialmente quelli delle classi euro più basse, restano i veicoli più inquinanti tra quelli circolanti, è anche sempre più chiaro che, nei modelli automobilistici più recenti, le emissioni di polveri più rilevanti non sono più dallo scarico, ma derivano dall'usura: dei freni, degli pneumatici, dell'asfalto". E, spiegano gli ambientalisti, "già cinque anni fa, con l'ultimo aggiornamento dell'inventario delle emissioni Inemar, era chiaro come in una città come Milano il contributo di queste emissioni fosse pari a quelle dei gas di scarico". Secondo il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, "è assurdo fermare le auto nuove visto che da un lato si bloccano le Euro6 e dall'altro si incentivano con sgravi fiscali la conservazione e la circolazione di 4,2 milioni di auto, il 10,77% del parco circolante italiano, che hanno da 20 a 30 anni". Sulla stessa linea l'Unione Petrolifera: "Euro 5 e euro 6 hanno emissioni ben inferiori a limiti di legge". Mentre in un tweet il vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, Simone Baldelli parla dei blocchi delle auto come "atto di dubbia utilità e di certa illiberalità: una sberla a quei cittadini onesti che, pagando auto, bollo, assicurazione, parcheggi, permessi e accise sui carburanti".

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