(ANSA) - BARI - "Sentire prepotente dentro di noi il bisogno della conoscenza, via maestra del cambiamento". È questa secondo don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, la strada giusta per "fare della legalità una parola di vita". Incontrando in mattinata centinaia di studenti nell'auditorium della parrocchia del Redentore nel quartiere Libertà di Bari, don Ciotti ha più volte ribadito il concetto che "è il noi che vince, perché la legalità non è opera di navigatori solitari". Don Ciotti ha invitato gli studenti a "non cedere la propria parte di responsabilità per non rinunciare alla nostra libertà e dignità. La cosa peggiore è la rassegnazione di chi dice che le cose non cambieranno mai. Chiediamo alle istituzioni e al mondo della politica, che si assumano la loro parte di responsabilità ma dobbiamo chiederlo anche a ciascuno di noi. Noi siamo parte di questo cambiamento". Il fondatore di Libera ha poi parlato del "pericolo di digitalizzazione dell'esistenza" , facendo riferimento all'abuso di telefonini e dicendo che "abbiamo bisogno di relazioni, non di contatti usa e getta". Nel pomeriggio don Ciotti ha incontrato in Corte di Appello a Bari avvocati e magistrati del distretto barese. All'incontro hanno partecipato il presidente della Corte di Appello Franco Cassano, il procuratore generale Anna Maria Tosto, il presidente della sezione di Bari dell'Anm Lorenzo Gadaleta, rappresentanti dell'avvocatura barese e il rettore dell'Università di Bari Antonio Uricchio.
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